Frontalieri, accordo Italia-Svizzera: approvata la mozione. Interessati 103 Comuni lombardi

Al centro del documento il riconoscimento dei "Comuni di confine" e di “lavoratore frontaliere”. Da Sondrio a Monza, fino a Bergamo e Brescia, ecco le province coinvolte

Il palazzo sede di Regione Lombardia a Milano

Il palazzo sede di Regione Lombardia a Milano

Milano, 27 marzo 2024 - Ulteriori chiarimenti sul nuovo Accordo tra Italia e Confederazione elvetica e convocazione del Tavolo interministeriale al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Questi gli impegni al centro della nuova richiesta per il riconoscimento dei “Comuni di confine” e di “lavoratore frontaliere” contenuti in una mozione, prima firmataria la consigliera Silvana Snider (Lega) e poi condivisa dal gruppo consiliare Fratelli d’Italia, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia.

Le ragioni dei frontalieri

“Il tema – dichiara Snider, che è anche componente della Commissione speciale “Rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica” – è molto sentito sui territori di confine, in particolare dai cittadini che lavorano da sempre quali frontalieri in Svizzera ma si vedono oggi non considerati tali per una interpretazione diversa tra Stati. Nello specifico, attraverso questa mozione, chiediamo di salvaguardare il corretto status di lavoratore frontaliere e la corretta definizione dei Comuni di frontiera. La maggioranza di centrodestra ha lavorato compatta e ha integrato e migliorato ulteriormente la mozione, affiancando le associazioni sindacali nel sostenere la necessità di convocazione del Tavolo interministeriale per discutere di queste tematiche, vista l’importanza del tema e dei rapporti storici tra Regione Lombardia e Confederazione elvetica”.

Accordi bilaterali

Il documento, pur nella consapevolezza che il tema riguarda Accordi bilaterali per cui è necessario dialogare con le autorità svizzere, impegna il presidente della giunta Attilio Fontana e l’assessore delegato a interagire con il Governo italiano affinché si faccia parte attiva con la Confederazione elvetica per chiarire le discrasie interpretative tra le Autorità fiscali di Italia e Svizzera, circa la corretta definizione dei “Comuni di confine” e della platea di soggetti che avranno diritto alle disposizioni del “regime transitorio”.

I comuni lombardi di confine

A favore del documento si è espresso anche Giacomo Zamperini (FdI), presidente della Commissione speciale Rapporti con la Confederazione elvetica. “Si tratta – ha dichiarato – di un tema importante che si gioca sulla pelle dei cittadini di 103 Comuni lombardi, non solo della provincia di Sondrio, ma anche delle province di Varese, Como, Lecco, Monza e Brianza, Bergamo e di Brescia. Anche grazie al nostro contributo vogliamo offrire una soluzione al problema, chiedendo la convocazione del Tavolo interministeriale, organismo utile per risolvere tutte le problematiche di applicazione del nuovo Accordo bilaterale, facendo chiarezza in una situazione di incertezza interpretativa sui Comuni di confine”.

Le dichiarazioni di voto

In dichiarazione di voto sono intervenuti Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega e il capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia. "Il tema è molto sentito sui territori di confine, in particolare dai cittadini che lavorano da sempre come frontalieri in Svizzera ma si vedono oggi non considerati tali per una interpretazione diversa tra gli Stati. Nello specifico, attraverso questa mozione, diamo forza al Governo anche con l'obiettivo che i ristorni arrivino sui territori", ha affermato Corbetta. "Tra questi ci sono anche nove Comuni della provincia di Monza e Brianza inseriti nella 'Procedura di amichevole composizione' firmato da Berna e Roma lo scorso dicembre. Documento che stila un preciso elenco dei Comuni rientranti nella fascia dei 20 km dal confine svizzero: Barlassina, Briosco, Cogliate, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Meda, Misinto e Veduggio con Colzano". E ha aggiunto "I cittadini già frontalieri residenti in questi Comuni brianzoli devono essere considerati "vecchi frontalieri" così da ottenere i relativi benefici fiscali”. Appoggio alla mozione anche da parte dei Consiglieri Giuseppe Licata (Azione – Italia viva) che ha auspicato “che la Regione convochi un tavolo sulla tassa sulla salute, imposta dalla Legge di bilancio ai lavoratori frontalieri”. A fianco dei lavoratori frontalieri anche il PD per mezzo del consigliere Angelo Orsenigo e la consigliera Paola Pollini (M5Stelle).

Il punto sui ristorni

Una regola transitoria presente nel nuovo accordo, e che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2033, stabilisce che i Cantoni Vallese, Ticino e Grigioni continueranno a versare, come hanno fatto fino ad ora, ai Comuni di confine una compensazione finanziaria sulla remunerazione dei vecchi frontalieri, ovvero il 40% delle imposte prelevate nella Confederazione, meglio conosciuti come ristorni. Dopo tale data, se ci saranno ancora vecchi frontalieri, questi ultimi continueranno a essere tassati al 100% in Svizzera e la Confederazione potrà trattenere la totalità del gettito fiscale. Quindi, non ci saranno più ristorni all’Italia. Per l’anno fiscale 2022, il Ticino ha versato ai Comuni di confine circa 107,5 milioni di franchi.