
Alessia Pifferi condannata all'ergastolo nel processo di primo grado per la morte della figlia
Tra i nuovi documenti acquisiti ed esaminati nell'ambito della nuova perizia psichiatrica su Alessia Pifferi ci sono anche i disegni a colori che la donna realizzò quando era bambina, dall'età di sei anni, e anche il Blacky pictures test effettuato all'epoca, un esame che solitamente viene fatto per indagare attraverso vignette che raffigurano cani la personalità dei bambini e anche il sospetto di abusi sessuali.
Sotto esame
Materiale, vagliato dal neuropsichiatra tra i periti nominati della Corte d'Assise d'Appello di Milano nel processo di secondo grado, che finora era conservato negli archivi del reparto di neuropsichiatria infantile Uonpia del Policlinico di Milano, dove fu effettuato il test. Su Alessia Pifferi, inoltre, sono stati rifatti i test psicodiagnostici già effettuati nell'ambito della prima perizia che nel processo di primo grado aveva stabilito la sua capacità di intendere e di volere. Esiti e modalità che, da quanto si è saputo, non si sarebbero discostate in maniera significativa rispetto ai primi esami.
Il calendario
I periti, che avevano chiesto una proroga dei termini, avranno tempo fino al 27 agosto per depositare la relazione con le loro conclusione. La Corte ha fissato un'udienza per il 24 settembre per discutere la perizia, e la sentenza potrebbe arrivare il 22 ottobre.

Le parole dell’avvocato
Nel processo di primo grado Pifferi, oggi presente in aula, è stata condannata all'ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, abbandonandola in casa a luglio di tre anni fa. "Vorrebbe andare al cimitero a trovarla nell'anniversario della morte - ha spiegato il suo difensore, l'avvocata Alessia Pontenani - ma non ha ottenuto l'autorizzazione. Probabilmente andrò a portare un pensiero al cimitero al suo posto. Oggi non abbiamo parlato di sua figlia, ha solo espresso fastidio nel vedere che sua sorella indossava in aula la t-shirt con la foto di Diana. Questa è stata una tragedia per tutti, che ha distrutto una famiglia che forse aveva già problemi alla base. Alessia sta bene, compatibilmente con il carcere, e vedremo quali saranno gli esiti della perizia".
Fuori dall'aula la sorella, Viviana, parte civile con l'avvocato Emanuele De Mitri, ha spiegato che "Diana è sempre con noi, e con il caldo di questi giorni continuo a pensare alle sofferenze che deve aver patito una bambina di 18 mesi nel suo lettino. Alessia è perfettamente capace di intendere e di volere, non ha mai chiesto di incontrarci e noi non desideriamo incontrarla.