
Ian Zecca aveva deciso di affidare ai social la battaglia contro la sclerosi multipla Il 19 marzo dell’anno scorso si era trovato faccia a faccia con la malattia
Albosaggia (Sondrio) – “Scrivo perché ora è troppo da tenere dentro, scrivo perché l’unico 10 che ho preso in vita mia a scuola l’ho preso in un tema di italiano, mi piace scrivere e trasmettere emozioni. Scrivo perché almeno non devo cominciare a uscire di casa e pensare chi lo sa o chi non lo sa , ho la sclerosi multipla! Me lo hanno confermato oggi dopo 2 mesi interminabili, a distanza di 4 giorni dalla nascita di mio figlio. Mi sento su una montagna russa che va a 400 chilometri orari”.
Sono le parole che Ian Zecca aveva deciso di affidare ai social il 19 marzo dell’anno scorso, il giorno della Festa del Papà in cui per la prima volta si era trovato faccia a faccia con la sua malattia: da un lato la felicità perché era appena diventato padre per la terza volta e dall’altra lo sgomento perché gli era stata diagnosticata una sclerosi multipla. In questo anno speso lottare contro la malattia, senza lasciare il suo lavoro di gestore dell’agriturismo Terra del Sole di Albosaggia, Ian non ha mai perso la speranza e l’ha regalata a tanti amici e persone che lo seguivano, fino all’altro giorno quando si è spento a soli 35 anni.
La notizia si è diffusa rapidamente accompagnata da un dolore immenso e da tante testimonianze di affetto, miste all’incredulità di chi sperava di rivederlo presto nel suo agriturismo dove solo qualche giorno fa aveva dato appuntamento a tutti per la ripresa delle attività. In tanti hanno voluto ricordarlo con le parole che proprio lui aveva scritto un anno fa.
“Oggi la vita mi ha tirato uno schiaffo, anzi no, un pugno dritto allo stomaco. Sono a terra steso e faccio fatica a prendere aria e rimettermi in piedi a testa alta. Credevo la vita mi avesse già messo alla prova ma c’era ancora qualcosa che mi attendeva. Questa volta hai vinto tu. Sei arrivata a gamba tesa e mi hai rovinato i mesi più belli come quelli della nascita di un bambino. Hai un avversario tosto, puoi stendermi ma mi rialzo. Mi rialzo perché lo devo a quella roccia della mia ragazza che non ha potuto godersi la sua gravidanza come avrebbe dovuto, ma mi teneva la mano quando i neurologi refertavano o mi faceva forza quando andavo a fare l’ennesimo esame. Mi hai tolto il sonno per qualche mese, ora hai un nome, so come ti chiami, ho paura lo ammetto”. Alla fine ha vinto la malattia, ma Ian come hanno scritto tanti suoi amici non è uno sconfitto, perché con il suo esempio ha dato il coraggio a tante persone. “Godiamoci la vita oggi, godiamoci ogni momento perché in un attimo tutto cambia”, le sue parole sono riventate un messaggio di speranza per tutti.