MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Elicottero caduto a Gerola Alta, tutti i dubbi dell’inchiesta: dal volo al buio alla manutenzione del motore

Lo schianto solo per un caso non ha provocato vittime Le testimonianze dei tre “miracolati” a bordo saranno fondamentali

Il relitto dell’apparecchio precipitato sui monti della Valgerola
Il relitto dell’apparecchio precipitato sui monti della Valgerola

Gerola Alta (Sondrio) – L’autorizzazione a volare al buio c’era, o l’apparecchio precipitato in Val della Pietra, a circa 2.000 metri di quota, forse in ritardo nel rientro da Livigno è stato sorpreso dall’oscurità, oltre che dalla fitta nebbia, perché aveva perso la giusta rotta che avrebbe dovuto portarlo all’aviosuperficie di Caiolo? E ancora: è confermata l’ipotesi dell’urto a un cavo dell’alta tensione di una linea elettrica dismessa, durante la fase di abbassamento di quota nel tentativo di individuare, da parte del pilota, un’area su cui effettuare un atterraggio d’emergenza? I livelli di manutenzione del mezzo aereo erano corretti, le revisioni cioè sono state regolarmente fatte?

L’inchiesta della Procura di Sondrio, coordinata dal sostituto procuratore Chiara Costagliola, dovrà rispondere a queste e altre domande. E per fare piena luce sull’incidente aereo di un paio di giorni fa, sulle alpi Orobie, in territorio comunale di Gerola Alta, utili saranno anche le testimonianze raccolte dai feriti, innanzitutto dei tecnici a bordo dell’elicottero di una ditta austriaca Danilo Dinelli, 24 anni, di Vercana, paese sul Lario, pilota a sua volta, ma non alla guida quella sera e il primo a lanciare l’Sos dando preziose indicazioni sul luogo della caduta, ricoverato in osservazione agli Spedali Civili di Brescia prossimo alle dimissioni forse già oggi, e il 25enne collega Marco Gauterio di Albavilla, nel Comasco, anche lui in ospedale per alcune fratture, ma al Manzoni di Lecco.

Il più grave dei tre a bordo del velivolo austriaco, proveniente da Livigno, dove si era recato per alcuni interventi di manutenzione sul territorio del “piccolo Tibet“, è il 60enne pilota Markus Ley, svizzero di Disentis/Muser, piccola località del Cantone dei Grigioni, affidato invece alle cure del personale medico e infermieristico del Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

I primi soccorsi furono prestati da alcuni pastori. Il magistrato Costagliola ha disposto, nei sopralluoghi, una serie di rilievi planimetrici, descrittivi e fotografici a cura degli esperti militari del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Sondrio per cercare di capire la dinamica dell’incidente che ha avuto tre autentici “miracolati“.