MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Antonio De Martino, lo sciatore disperso sullo Stelvio, non verrà più cercato (per ora). Ecco perché

Bormio, il cinquantottenne milanese da quasi una settimana non si trova. I soccorritori dopo la chiamata al fratello hanno controllato anche le grotte. Ma adesso è caduta troppa neve

Stelvio, interrotte definitivamente le ricerche dello sciatore scomparso

Stelvio, interrotte definitivamente le ricerche dello sciatore scomparso

BORMIO - Non sono riprese ieri, sul ghiacciaio dello Stelvio, le ricerche del cinquantottenne Antonio De Martino di Robecco sul Naviglio, operaio del Milanese, che risulta disperso da giovedì scorso, quando dopo la chiusura degli impianti di risalita della ski-area più alta d’Europa non è rientrato nell’albergo al passo Stelvio dove alloggiava da alcuni giorni e il gestore dell’hotel Perego, Vittorio Capitani, aveva subito allertato i soccorsi.

Due giorni fa la speranza di poterlo ritrovare, probabilmente ferito, ma vivo, si era riaccesa quando la sera di domenica partì una chiamata dal suo cellulare al fratello Giovanni: non ci fu una conversazione fra i due, ma il congiunto udì dei sussurri, dei fruscii, come se una persona in difficoltà, forse perché ferita, cercasse di parlare, senza tuttavia riuscirci. E informò subito i carabinieri. I messaggi destinati ad Antonio erano stati recapitati e quella telefonata, nel cuore della notte, consentì di localizzare l’apparecchio a un’area, ossia a quella del rifugio Livrio, dove poi nei giorni successivi si sono concentrate le ricerche di decine di uomini del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Bormio, coi colleghi di Silandro, Vigili del fuoco del distaccamento di Valdisotto, militari del Gico della GdF giunti da Milano con sofisticate apparecchiature, uomini della Stazione di Bormio della VII Delegazione del Soccorso Alpino, esperti con droni e altri soccorritori della confinante provincia di Bolzano, oltre ai carabinieri rocciatori della Compagnia di Tirano, tutti coordinati dalla Prefettura di Sondrio.

Sono stati controllati i diversi crepacci, luoghi di ricoveri improvvisati, alberghi in disuso, grotte, anfratti dove il De Martino avrebbe potuto trovare riparo, se non intrappolato in un possibile “buco“, e pertanto, pur in presenza di un miglioramento delle condizioni meteo, la macchina delle ricerche si è fermata in modo definitivo. Anche perché il forte innevamento degli ultimi due giorni - secondo i soccorritori - rende oltremodo rischioso continuare le operazioni di “perlustrazione“ in un’area che si ritiene essere stata scandagliata a sufficienza e con tutti i mezzi possibili, anche sotto il profilo tecnologico. E se nel frattempo la carica del telefonino del disperso si fosse esaurita, diventa improbabile riuscire a individuare l’apparecchio, in particolare se sommerso da tanta neve.