MICHELE MEZZANZANICA
Editoriale e Commento
Editoriale

Aria fredda e aria fritta

Aria condizionata

Aria condizionata

Fa caldo, fermi tutti! Le temperature elevate degli ultimi giorni hanno portato Regione Lombardia a emettere un’ordinanza urgente per bloccare i lavori all’aperto nelle ore più calde. Giusto così, la salute dei lavoratori viene prima di tutto e la bassissima casistica di incidenti sul lavoro nella nostra regione dimostra quanto il problema ci stia veramente a cuore.

D’altronde quando c’è da andare a votare per i diritti gran parte del mondo politico – e pure qualche sigla sindacale – invita ad andare al mare (dove generalmente fa caldo, tra l’altro), appello entusiasticamente accolto da oltre due elettori du tre, però appena il termometro sale oltre i 30°, ecco che si trova subito un accordo in deroga a tutto. Programmiamo i cantieri in estate, così sono meno impattanti, e poi li fermiamo perché ci accorgiamo che impastare asfalto e cemento sotto il sole rovente non è proprio il massimo. Va bene così, comunque: meglio un lavoro in ritardo che un morto sul lavoro, ci mancherebbe.

Sarebbe tuttavia auspicabile che ci si interessasse anche dell’altra metà del cielo, ovvero di chi è costretto a convivere con l’aria condizionata selvaggia. Al lavoro, ma anche sui mezzi pubblici, nei negozi, nei supermercati. Già, perché una presunta maggioranza rumorosa si è presa il monopolio della temperatura negli spazi chiusi, imponendo a tutti anche i 20°, con sbalzi enormi e malsani rispetto alla temperatura naturale. Certo raffreddore e mal di gola non sono un infarto, e portarsi sempre dietro un golfino è un fastidio tutto sommato relativo, tuttavia prima o poi qualcuno spiegherà come mai in inverno vigono – giustamente – precise regole sul riscaldamento, dagli orari di accensione alla temperatura massima, mentre con l’aria condizionata vale tutto. 

Se a gennaio non posso ricreare i tropici in salotto, perché a luglio si è liberi di trasformare gli uffici di Milano in una landa islandese? Alimentando tra l’altro un circolo vizioso, perché l’aria condizionata è tutto fuorché a costo zero, da un punto di vista economico ma soprattutto energetico-ambientale. Insomma, più combattiamo il caldo piazzando climatizzatori ovunque, più alimentiamo il riscaldamento globale. Ma non c’è da stupirsi: per gli ayatollah dell’aria fredda, certi discorsi sono aria fritta.