
Elena Mariani, figlia di una delle persone interessate dal disservizio, chiede una risoluzione del problema
Sondrio, 10 luglio 2025 – Bloccati di fatto al quarto piano a causa di un ascensore nuovo di zecca che però non è in funzione. È successo ad alcuni condomini di una palazzina di Sondrio affetti da problemi di deambulazione che sono costretti a vivere in casa o comunque a vedere limitata la possibilità di uscire da soli. Tutto nasce due anni fa quando la struttura fu rifatta approfittando del Superbonus.
Da nove mesi c’è un nuovo ascensore che però non è funzionante: a pagare il prezzo del disservizio sono anziani, persone con disabilità, cittadini con problemi motori o patologie croniche che, abitando ai piani alti, difficilmente possono scendere le rampe di scale per potersi recare anche solo a fare la spesa. I cittadini chiedono una soluzione a breve del problema. E poco importa loro della caccia ai responsabili. A quanto pare l’ascensore è stato collaudato già da tempo e deve solo essere messo in azione.
“Basta storie. Accendete quell’ascensore. Ora”. Questo l’appello dei condomini della palazzina in questione che non sanno più a chi rivolgersi per risolvere un problema all’apparenza facilmente risolvibile.
“Da ormai 9 mesi non possiamo utilizzare l’ascensore – dice la signora Elena Mariani, figlia di una delle persone interessate dalla questione – che è stato fermato ai tempi dei lavori di ristrutturazione e non è più ripartito. L’ascensore è stato rifatto, è stato fatto il collaudo ma non è funzionante. Ci troviamo con persone anziane, una di 87 e una di 85 anni, e con persone che hanno bambini piccoli e un’altra che ha avuto problemi di salute importanti. Non sappiamo più a chi rivolgerci, abbiamo interpellato tutti, ma proprio tutti, ma nessuno interviene. È arrivata l’estate, il caldo è a volte opprimente. Le persone in questione non possono scendere, se non accompagnate, non possono andare a far la spesa autonomamente né andare dal dottore Non possono far nulla da sole. O hanno qualcuno che li accompagna oppure sono costrette a stare in casa ad oltranza. È di fatto una limitazione della loro libertà”.