Aprica: le bugie del “Padania”, il finto prof accusato di aver lasciato morire i genitori

La madre 90enne è stata trovata cadavere nel letto, il marito malato e denutrito deceduto sette giorni dopo. L’erede ai carabinieri: "Qui è tutto a posto"

Giorgio Monticelli e la moglie Anna Maria

Giorgio Monticelli e la moglie Anna Maria

Aprica (Sondrio), 21 aprile 2024 –  Una località di montagna cresciuta con lo sci negli anni Settana. Tanti soldi, tanto sviluppo, tante seconde case abitate durante le vacanze estive e invernali, le passeggiate nei fine settimana, molti turisti lombardi. Dalla Valtellina, patria del divertimento legato alla neve, si aggiunge un altro triste capitolo a una storia di abbandono, disagio e solitudine.

Aprica , stazione invernale, ex paese legato alla difficile economia di montagna, dove tutti si conoscevano e le relazioni sociali erano fitte oggi si interroga. Nessun borgo è più immune dal male del nostro secolo: la solitudine e la mancanza di relazioni (oggi gli “amici” sono tutti sui social network) hanno segnato, in questo caso e per sempre, la famiglia Monticelli, originaria di Verona. Padre, madre e figlio si erano stabiliti in Valtellina durante la pandemia. Oggi tutti i componenti sono stati travolti dalla tragedia vissuta fra quattro mura diventate rifugio contro il Covid. Il padre Giorgio, novantenne, già ricoverato all’ospedale di Sondrio, non ce l’ha fatta: è morto sette giorni dopo la moglie. Era stato trovato dai carabinieri di Aprica venerdì scorso in condizioni disperate, nella sua casa vacanze di via Europa al civico 106, una bella palazzina di tre piani più mansarda di colore rosato, al piano terra ci sono alcune attività commerciali.

Giorgio Monticelli, ex geometra, era stato trovato nel letto con una gamba in cancrena accanto al cadavere della moglie Anna Maria Squarza, 91 anni il prossimo mese di giugno. Nell’appartamento c’era il figlio Antonio, 60 anni, la tv accesa. Ai militari, intervenuti dopo una segnalazione per l’odore nauseabondo che proveniva dalla casa, aveva detto: "Qui è tutto a posto". Ora è nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Sondrio, dove ha ricevuto la visita del suo avvocato Manuela Mauro. La Procura del capoluogo ha disposto la perizia psichiatrica, già eseguita.

La madre Anna Maria nel letto della casa vacanze era morta da almeno due settimane. Non si è trattato di una morte violenta, ma di un decesso causato probabilmente da un prolungato tempo di abbandono della donna di età molto avanzata. Questa è la prima risposta dall’autopsia già eseguita nel nosocomio valtellinese. Il marito era stato trovato denutrito e disidratato. Soccorso e trasportato all’ospedale di Sondrio, era stato immediatamente operato alla gamba: amputazione dell’arto, non c’era alternativa medica. Poi le cure nella Terapia intensiva, ma la situazione era troppo precaria. Martedì verrà effettuata l’autopsia disposta dalla Procura diretta da Piero Basilone.

Intanto , girando per Aprica nessuno vuole commentare. La famiglia Monticelli era poco conosciuta. Il figlio Antonio, capo chino, usciva di rado e parlava poco. Era sempre in casa con le finestre abbassate. A Verona, nel quartiere Borgo Trento – come riporta il giornale l’Arena – dovrebbe essere tornato un mese fa circa. Un edicolante lo ricorda per il soprannome, Il Padania , perché comprava il giornale della Lega. Pare si spacciasse per docente universitario a Milano. Girava sempre con una borsa al seguito, tipo professore. Andava all’edicola all’orario di chiusura, verso le 13. Dei genitori non parlava. Indossava perennemente un gilet di lana, anche in pieno agosto.

Pare che Antonio Monticelli tirasse avanti con le pensioni dei genitori. Un conoscente lo ricorda da giovane insieme ad Aprica, come una persona altruista. Con gli anni qualcosa deve averlo cambiato profondamente. Rimane indagato per l’ipotesi di abbandono d’incapace, aggravato dal vincolo familiare.