REDAZIONE SALUTE

Alzheimer, la diagnosi arriva prima grazie all’Intelligenza Artificiale: lo studio e i risultati

La ricerca conferma l’efficacia clinica ed economica del tool TRACE4AD™, sviluppato dalla DeepTrace Technologies, spinoff dello Iuss di Pavia

Nuovo studio sulla progressione dell'Alzheimer

Nuovo studio sulla progressione dell'Alzheimer

Pavia, 9 giugno 2205 –  La medicina avanza. Un importante passo in avanti nella diagnosi della malattia di Alzheimer arriva dallo studio multicentrico su TRACE4AD™, un innovativo strumento di Intelligenza Artificiale (AI) sviluppato da ‘DeepTrace Technologies’, spinoff accademico dello Iuss (Istituto universitario di studi superiori) di Pavia.

Lo strumento di AI

Lo strumento di AI è stato progettato per supportare i medici nella stadiazione della patologia, nel definire l'ipotesi causale di disordini neurocognitivi, e nella previsione della progressione nei soggetti a rischio di demenza da malattia di Alzheimer nei successivi 24 mesi.

E’ progettato per l'utilizzo in memory clinic e nei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze, ed è stato sviluppato in conformità con le più recenti normative in materia di privacy e intelligenza artificiale. 

Lo studio

Lo studio, pubblicato su Frontiers in Neurology, ha coinvolto 795 pazienti reclutati in 66 centri specializzati tra Europa e Nord America, tra cui: Centro Diagnostico Italiano di Milano; Policlinico San Donato, a San Donato Milanese ( Milano); Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina; Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative in Canada.

I risultati

“I risultati hanno confermato le performance elevate dell'AI nel prevedere la progressione clinica verso l'Alzheimer entro 24 mesi - sottolinea una nota di Iuss Pavia -. 'TRACE4AD' analizza automaticamente risonanze magnetiche cerebrali e i test neuropsicologici per aiutare i clinici a formulare diagnosi tempestive e personalizzate. I risultati mostrano un'elevata concordanza con la stadiazione clinica, un'accuratezza superiore al 90% nella formulazione dell'ipotesi causale di disordini neurocognitivi rispetto alla diagnosi basata su biomarcatori, una sensibilità dell'89% e specificità dell'82% nella previsione della conversione a demenza entro 24 mesi, utilizzando come riferimento la conversione clinica”.