REDAZIONE MILANO

Scappato ma subito riacciuffato il baby pirata alla guida dell’auto che ha ucciso Cecilia De Astis

Il 13enne si è allontanato dalla comunità protetta del Bergamasco ed è stato rintracciato dalla Volante in zona Cermenate a Milano: ora è di nuovo sotto custodia. All’appello manca ancora uno dei 4 minori rom responsabili materiali della tragedia del Gratosoglio

Scappato ma subito riacciuffato il baby pirata alla guida dell’auto che ha ucciso Cecilia De Astis

Milano – Il tredicenne che era alla guida dell'auto rubata che ha ucciso lunedì scorso Cecilia De Astis a Milano si è allontanato nel pomeriggio di oggi, sabato 16 agosto, dalla comunità del Bergamasco dove era stato accolto, ma è stato rintracciato dagli agenti della Volante in zona Cermenate a Milano dopo una fuga durata poche ore. Il bambino di origne rom è stato quindi riportato in comunità. 

Risulta ancora in fuga, invece, un altro dei quattro ragazzini del gruppetto di baby pirati del Gratosoglio, l’unico a non essere mai stato rintracciato dalla polizia locale di Milano dopo la tragedia di via Saponaro. Nessuno di loro è imputabile per via dell’età, tutti abitavano con la famiglie nel campo nomadi di via Selvanesco da cui si erano allontanati per non finire nelle maglie degli assistenti sociali.

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Un fermo immagine tratto da un video delle telecamere di sorveglianza agli atti dell'inchiesta mostra i quattro ragazzini, poco più che bambini, ritenuti responsabili dell'investimento di Cecilia De Astis, travolta e uccisa da un'auto rubata

Tre di loro, ora, si trovano lontani dalle famiglie, in un luogo sicuro, non più solo sulla base dell'iniziativa, concordata con la Procura dei minori, degli agenti della Polizia Locale di Milano comandati da Gianluca Mirabelli, ma su ordine di un giudice che ha anche imposto loro il "divieto di espatrio dal territorio nazionale".

Questo proprio a causa del maldestro tentativo delle loro famiglie di lasciare l'abusivo accampamento di via Selvanesco. La decisione del giudice è stata presa in base all'articolo 403 del Codice civile che scatta quando il minore "si trova esposto, nell'ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per la sua incolumità psicofisica" e sorge quindi l'emergenza di "collocarlo in luogo sicuro, sino a quando si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione".

Un fotogramma riprende i 4 ragazzini che erano a bordo dell'auto che ha ucciso la 71enne Cecilia De Astis lunedì scorso
Un fotogramma riprende i 4 ragazzini che erano a bordo dell'auto che ha ucciso la 71enne Cecilia De Astis lunedì scorso

La ricostruzione

I quattro ragazzini, di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, avevano collaborato nelle loro audizioni a ricostruire l'omicidio stradale in cui era rimasta uccisa Cecilia De Astis, 71 anni, in via Saponaro, nel quartiere Gratosoglio. Il tredicenne alla guida, in particolare, aveva ammesso le loro responsabilità, sia in relazione al furto della vettura dei turisti francesi sia su quanto accaduto dopo con l'uccisione della pensionata: "I freni funzionavano male - ha provato a giustificarsi - poi siamo scappati per paura". Avendo meno di 14 anni e quindi non essendo imputabili, non potevano essere fermati ed erano stati affidati alle famiglie le quali, la sera dopo, avevano lasciato il campo, senza dare comunicazione alle autorità, a bordo di due diversi mezzi senza tener contro del fatto che erano controllati dagli agenti della Polizia locale.

La fuga finita e il curatore

Sono stati poi fermati in Piemonte: due fratellini, con la madre, in un camper in un terreno in cui c'era tempo fa un campo rom, mentre una ragazzina undicenne al casello di Fossano a bordo di un furgone guidato dalla nonna dentro al quale c'erano dell'oro e dei vestiti rubati. La donna è stata quindi denunciata per ricettazione. Per i tre minori rintracciati è stato nominato un "curatore speciale/difensore" e il 27 agosto si terrà davanti al Tribunale dei Minori l'udienza di comparizione per i genitori. Durante l'udienza davanti a un giudice togato e uno onorario anche i ragazzini potranno prendere la parola e, sentiti i genitori, saranno decisi i provvedimenti più adeguati nel loro interesse. Il più probabile è il trasferimento in una comunità. Anche per il quarto che ancora non si sa dove sia