MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, il ragazzino preso a sassate: “Rivoglio indietro la mia vita”

“Nessuno mi ha aiutato. Non voglio vendetta, credo nella giustizia”. L’indignazione del sindaco Fracassi e la vicinanza del vescovo Sanguineti

Il ragazzino aggredito dal branco in centro
Il ragazzino aggredito dal branco in centro

Pavia, 5 ottobre 2023 – “Rivoglio la mia vita”. Il ragazzino aggredito dal branco domenica scorsa, è stanco di tutto il clamore suscitato. “Non voglio essere riconosciuto e additato come quello che è stato preso a botte per strada – aggiunge –. Pavia è una città di piccole dimensioni”. Il 14enne, di origini straniere, domenica era in centro con altri tre amici quando è stato avvicinato da un gruppo di ragazzi dai 14 ai 18 anni che conosceva.

"Mi sono sentito prendere per le braccia da due di loro – racconta –, mentre un altro ha preso un sasso da terra e mi ha colpito alla testa. L’amico che ha cercato di difendermi è stato preso a calci e pugni e guarirà in 7 giorni. Gli altri due che erano con noi, invece, si sono accorti di quanto stava succedendo quando era tardi. Noi eravamo già andati avanti per evitarli e il branco ci stava inseguendo lanciandoci addosso oggetti prima di fuggire”.

L’episodio si è verificato in Strada Nuova davanti a moltissimi passanti che non sono intervenuti. "Io non ho chiesto aiuto a nessuno – sottolinea il ragazzino –. Ho altro per la testa. Ho iniziato la scuola superiore, voglio pensare allo studio". Già in passato alcuni ragazzi del gruppo di aggressori, di origini diverse, sono andati nel quartiere periferico in cui vive il 14enne e si sono fatti notare. “Ho litigato con il loro “capo“ – ricorda il 14enne –, forse hanno voluto farmela pagare. Per questo motivo in estate ho preferito starmene in casa, non cerco risse, voglio starmene alla larga dai guai”. Ai carabinieri il ragazzo ha fornito le generalità di alcuni dei suoi aggressori, ma non coltiva un senso di vendetta.

“Ho fiducia nella giustizia – dice –. Nel frattempo penso a riprendermi per poter tornare presto a scuola”. L’episodio ha suscitato l’indignazione del sindaco Fabrizio Fracassi: “Abbiamo deciso di concentrare le nostre energie per lavorare nella direzione della cultura dell’inclusione, del rispetto reciproco, del dialogo, della concordia e della pace per combattere la cultura della forza e della violenza, in collaborazione con la scuola, l’Università e le associazioni presenti sul territorio”. E anche il vescovo Corrado Sanguineti, dopo aver espresso una particolare vicinanza al ragazzo e alla sua famiglia, ha aggiunto: “È ora più che mai necessario che noi adulti ci poniamo alcune domande: che cosa trasmettiamo e cosa comunichiamo ai nostri figli? Credo sia importante lasciarci inquietare da questi fatti e cercare di promuovere una vera alleanza educativa tra famiglie, scuole, oratori e comunità cristiane, tra coloro che accompagnano i ragazzi nella crescita e che promuovono una umanità che costruisca e non distrugga”.