
Il genetista Ugo Ricci e l'impronta 33
Garlasco (Pavia) – Nuovi accertamenti tecnici di parte, della Procura. O anche un’estensione dei quesiti del già disposto incidente probatorio. Come si potrà scoprire se sull’impronta 33 c’è del sangue o del materiale organico che possa collocare quella traccia sulla scena al momento del crimine?
"Dipende dalla quantità del materiale repertato e da quel che ne resta, al momento non lo possiamo sapere”, la risposta di Ugo Ricci, genetista consulente della difesa di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto 2007. Responsabile della Forensic genetic unit dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze, Ugo Ricci ha firmato la consulenza genetica che di fatto ha convinto la Procura di Pavia a riaprire le indagini sul delitto di Garlasco nei confronti dell’indagato Andrea Sempio, ipotizzando la presenza del suo Dna sulle unghie della vittima. Ora è uno dei due consulenti, insieme al dattiloscopista Oscar Ghizzoni, che dal prossimo 17 giugno prenderà parte alle operazioni peritali dell’incidente probatorio sulle analisi genetiche sempre per la difesa di Stasi, ammesso al procedimento “in qualità di persona interessata all’assunzione della prova”. Ed è anche uno degli esperti che sta scrivendo la consulenza di parte che l’avvocato Antonio De Rensis, che assiste Stasi insieme alla collega Giada Bocellari, ha anticipato venerdì che sarà depositata la prossima settimana, ipotizzando la presenza di tracce biologiche su quell’impronta che la consulenza dattiloscopica disposta dalla Procura ha attribuito all’indagato Sempio.
"Come consulenti di parte della difesa di Stasi – precisa Ugo Ricci – noi non possiamo svolgere analisi autonome, banalmente perché non abbiamo a disposizione il materiale repertato. Con la nostra consulenza chiederemo di fare nuovi accertamenti a chi può farlo, ovvero la Procura affidando a dei loro esperti una consulenza tecnica su accertamenti ripetibili, oppure il Gip disponendo tali analisi, se irripetibili, in incidente probatorio alla presenza delle parti”. Il materiale asportato il 5 settembre 2007 dai Ris di Parma dal muro delle scale di casa Poggi è tra i reperti che saranno analizzati nell’incidente probatorio avviato con l’udienza di venerdì 16 maggio? “Non lo so – risponde Ugo Ricci – e non lo posso sapere in questo momento: i reperti li vedremo il 17 giugno”. Se ci fosse tra i reperti, sarà ancora utilizzabile? “In base a come operano solitamente i Ris - spiega ancora il consulente della difesa di Stasi - dovrebbe trattarsi di una ‘grattatura’ della parte dell’intonaco con l’impronta. Scopriremo quello che è rimasto e quello che si può analizzare”. Ma la tipologia di analisi è ripetibile o irripetibile? “Dipende dalla quantità del materiale – ribadisce Ugo Ricci – se ce n’è abbastanza la Procura può procedere con accertamento ripetibile, se invece è scarso deve essere analizzato con accertamento irripetibile”. Un eventuale accertamento ripetibile potrebbe già essere stato disposto dalla Procura, anche prima della sollecitazione della difesa di Stasi, e sarebbero le “ulteriori investigazioni sul punto” rese note nel comunicato di mercoledì firmato da Fabio Napoleone.
Se invece dovesse essere necessario procedere con un accertamento irripetibile, si potrebbe fare nell’incidente probatorio già avviato? “Potremmo chiedere in proroga un’estensione del quesito – spiega ancora il genetista – e spetterebbe al Gip decidere, a garanzia di tutte le parti coinvolte”.