REDAZIONE MILANO

L’ultima beffa di Lacerenza e Stefania Nobile, chiedono di patteggiare: “Risarciremo con lo champagne”

Nuovo capitolo nell’inchiesta sul presunto giro di droga e prostituzione che gravitava intorno alla Gintoneria e al privé La Malmaison. Risarcimento con bottiglie di alcolici pregiati per centinaia di migliaia di euro

Davide Lacerenza e Stefania Nobile

Davide Lacerenza e Stefania Nobile

Milano – Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, e l’ex compagno Davide Lacerenza hanno chiesto di patteggiare con il via libera della Procura di Milano, mettendo anche a disposizione come risarcimento decine di bottiglie di alcolici pregiati del valore di diverse centinaia di migliaia di euro – lo stesso che secondo l’accusa veniva offerto insieme a prostitute e droga. I due erano stati arrestati il 4 marzo nell’inchiesta milanese coordinata dalla pubblico ministero Francesca Crupi e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, con al centro la Gintoneria e il privé La Malmaison su un presunto giro di prostituzione e droga.

L’accordo di patteggiamento tra gli inquirenti milanesi e il legale dei due indagati, l’avvocato Liborio Cataliotti, prevede l’applicazione di una pena di 4 anni e 8 mesi per Lacerenza e di 3 anni per Nobile, oltre al risarcimento da centinaia di migliaia di euro, ossia il valore di bottiglie di champagne e altri alcolici sequestrati nell’indagine. La pena per Nobile, che ora ha l’obbligo di dimora, è più bassa perché non risponde per fatti di droga a differenza di Lacerenza, che è ancora ai domiciliari.

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Sulle istanze di patteggiamento dovrà decidere la giudice per le indagini preliminari Marta Pollicino nell’udienza fissata per il 10 settembre. Se la giudice darà il via libera ai patteggiamenti, in pratica per Davide Lacerenza, dopo 8 mesi o poco meno di custodia cautelare, rimarrà una pena da scontare sotto i 4 anni e potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Stefania Nobile, invece, per la pena più bassa potrà accedere anche ai lavori di pubblica utilità.

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Davide Lacerenza si definiva il re dello champagne

A fine giugno erano stati revocati a Stefania Nobile, dopo poco più di tre mesi, i domiciliari, su decisione della giudice Alessandra Di Fazio e in accoglimento dell’istanza dell’avvocato Cataliotti. Nobile non è accusata di spaccio di cocaina, reato contestato a Lacerenza assieme allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione. Il 17 aprile la 60enne, che si sarebbe occupata della parte amministrativa e contabile della Gintoneria e del privé, aveva scelto di farsi interrogare.

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Il Riesame, nel confermare un sequestro da circa 900mila euro, presunto profitto di autoriciclaggio, aveva spiegato che il “core business” di Lacerenza era la “messa a disposizione di ragazze e stupefacente e non certo solo dell’alcol” e “l’offerta di prostitute”, intesa come “disponibilità e trasporto a domicilio”, era “finalizzata a garantire che la clientela consumasse alcol” e al “raggiungimento di un proprio personale tornaconto”. La cocaina “era una disponibilità compresa nella complessiva offerta di un servizio”, tutto rivolto “al divertimento, senza freni, del cliente” con “pacchetti” di champagne, escort e cocaina. Tra le testimonianze emerge quella del cliente più assiduo che spendeva cifre “esorbitanti” per quelle notti, per un totale di quasi “un milione di euro” in tre anni.