MANUELA MARZIANI
Cronaca

Certosa, l’addio ai monaci. Il vescovo: "Sono dispiaciuto. Erano un punto di riferimento"

Pavia, dopo quasi sessant’anni la comunità lascia. La gestione passa al ministero della Cultura. Da gennaio visite al monastero a pagamento: gli incassi serviranno a finanziare manutenzioni e restauri. .

. monaci cistercensi della congregazione Casamariensis lasceranno la Certosa

. monaci cistercensi della congregazione Casamariensis lasceranno la Certosa

Il primo segno che qualcosa sta cambiando si vede fin dall’ingresso dove non ci sono i monaci ad accogliere i giornalisti, ma delle ragazze con un badge al collo e un compito: allontare la stampa che vorrebbe sapere che cosa accadrà dal 1° gennaio. Dopo quasi 60 anni, infatti, i monaci cistercensi della congregazione Casamariensis lasceranno il complesso monumentale della Certosa di Pavia, dove risiedono in forma stabile dal 1968. Il monastero, uno dei massimi capolavori dell’arte tardo-medievale e rinascimentale in Lombardia, dal prossimo anno verrà gestito dal ministero della Cultura attraverso la direzione regionale Musei nazionali Lombardia che dovrà garantire la tutela e la funzione pubblica.

Il vescovo di Pavia, Corrado Sanguineti, si dice "dispiaciuto per la prossima partenza dei monaci cistercensi, la cui presenza è diventata negli anni un punto di riferimento per la vita della Certosa. Mi sono già attivato per trovare un’altra comunità religiosa che possa garantire la celebrazione della messa domenicale nella basilica di Santa Marie delle Grazie all’interno del complesso della Certosa, nella speranza e nel desiderio che la Certosa continui ad essere un luogo di cultura, di arte e di vita religiosa".

È stata la congregazione dei religiosi a decidere di far partire i monaci, quasi tutti anziani, e trasferirli all’abbazia di Casamari (Frosinone). La Certosa di Pavia è uno dei luoghi simbolo del patrimonio lombardo, visitato ogni anno da oltre 100mila persone che spesso hanno criticato gli orari di apertura. Nell’intervallo del pranzo dalle 11,30 alle 14,30 infatti il monumento è chiuso e nei mesi invernali le porte si chiudono alle 16,30.

Negli anni scorsi il mondo politico aveva acceso i riflettori sul complesso dichiarato monumento nazionale nel 1866 ed era stata sollevata la proposta di far pagare ai visitatori un biglietto d’ingresso in modo da finanziare i restauri e la manutenzione di cui la Certosa necessita. La proposta, però, non era stata accolta e l’Agenzia del Demanio, proprietaria dell’immobile, ha sottoscritto con il priore, padre Alberto Celestino Parente, un protocollo d’intesa che stabiliva una "forma di co-gestione per parte pubblica del complesso con la piccola comunità cistercense". In base all’accordo, l’ingresso era gratuito, ma era gradita un’offerta. L’intesa scadrà il 31 dicembre e dal prossimo anno si pagherà un biglietto.