STEFANIA TOTARO
Cronaca

Sulbiate, Gabriele Di Guida morì in azienda, stritolato per 28 minuti: patteggiano tutti gli imputati

Il drammatico infortunio sul lavoro nel 2019 alla Silfa. Al processo è emerso che il macchinario per la verniciatura doveva avere una copertura a protezione del vano

Gabriele con la fidanzata

Gabriele con la fidanzata

Sulbiate (Monza Brianza), 27 ottobre 2023 – "Una copertura del macchinario progettata a protezione del vano sotto la verniciatrice che avrebbe potuto evitare il tragico infortunio mortale sul lavoro e che invece non c'era". La circostanza è emersa al processo al Tribunale di Monza per la terribile morte a soli 25 anni il 10 aprile 2019 di Gabriele Di Guida, di Cavenago Brianza, assunto dall'azienda di packaging Silfa di Sulbiate e, meno di 45 giorni dopo, nominato già responsabile della linea di verniciatura. Il giovane è morto trascinato per il braccio da un rullo dopo essere rimasto incastrato con una mano e stritolato per 28 minuti.

Una vicenda che ha già visto patteggiare 11 mesi con la pena sospesa il titolare della Silfa e anche il responsabile della sicurezza in azienda ha concordato la pena. Ora alla sbarra restavano accusati di omicidio colposo le due persone che hanno rispettivamente progettato e venduto il macchinario e la Silfa come soggetto giuridico. I primi due hanno patteggiato 14 mesi con la pena sospesa ciascuno, mentre la Silfa per la responsabilità amministrativa ha concordato il pagamento di 40mila euro. Al dibattimento non si sono costituiti parti civili i familiari di Gabriele Di Guida, che hanno già ottenuto un risarcimento dei danni ma, rappresentata dall'avvocato Amadeo Santamato di Milano, la fidanzata del 25enne, che alla morte del giovane aveva due anni in meno di lui. Gli imputati, per concordare il patteggiamento con la pubblica accusa, le hanno versato una somma a titolo di acconto sul risarcimento dei danni di complessivi 24mila euro.

Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, Gabriele il giorno dell'infortunio mortale "si era recato all'interno della cabina di verniciatura delle bobine di lamiera" e "si era avvicinato al vano per effettuare operazioni di pulizia dell'impianto" quando "ha inavvertitamente toccato con la mano destra la zona di imbocco tra il nastro in movimento e il rullo" che gli ha agganciato il braccio. Nessuno si è accorto per 28 lunghissimi minuti, che sono stati fatali per Gabriele. Gli imputati negavano la loro responsabilità rispetto ad irregolarità del macchinario, ma la nuova circostanza emersa ha fatto loro alzare bandiera bianca. "Loro hanno tutti patteggiato e invece noi conviviamo ogni giorno con l'ergastolo dell'assenza di Gabriele", è l'amaro commento di mamma Ester.