STEFANIA TOTARO
Cronaca

"Il mio Gabriele stritolato" La compagna chiede i danni

L’operaio di 25 anni era stato ucciso da un macchinario che non funzionava bene

"Il mio Gabriele stritolato" La compagna chiede i danni

di Stefania Totaro

"Ero fidanzata con Gabriele da due anni e mezzo, frequentavamo già le rispettive famiglie e dopo la tragedia ho dovuto essere seguita da una psichiatra e una psicologa".

Giorgia, 27 anni, era la compagna di Gabriele Di Guida, il 25enne di Cavenago Brianza morto il 10 aprile 2019, dopo essere stato trascinato per il braccio da un rullo dove era rimasto incastrato con una mano e stritolato per 28 minuti, all’interno dell’azienda Silfa di Sulbiate. La ragazza, che ora convive e ha una figlia piccola, si è costituita parte civile al processo al Tribunale di Monza che vede imputate di omicidio colposo le due persone che hanno progettato e venduto il macchinario per la verniciatura e la Silfa come soggetto giuridico. Mentre ha già patteggiato 11 mesi con la pena sospesa il titolare della Silfa. I familiari di Gabriele hanno già ottenuto un risarcimento. "Gabriele mi diceva che se non stava attento al lavoro si faceva male e mi aveva detto anche che il macchinario dove lavorava era fermo ma i suoi colleghi dovevano fargli vedere come farlo funzionare lo stesso", ha dichiarato Giorgia. Secondo l’accusa il macchinario non era dotato di tutte le accortezze per evitare infortuni, come quello accaduto al 25enne, a meno di 45 giorni dall’assunzione nominato responsabile della linea di verniciatura. "È come vedere mio figlio, che ha quell’età, sono stato male due giorni", ha raccontato il collega di Gabriele che per primo si è accorto che la lamiera si era incastrata, l’ha tagliata, ha aperto la cabina e il 25enne è caduto a terra. Davanti al giudice anche il responsabile della qualità che ha patteggiato. "Durante la fase di lavorazione per pulire un rullo si poteva bloccare il macchinario - ha raccontato - Si poteva fare anche durante la lavorazione perché non creava problemi ed era meglio che proseguire con la lastra che presentava impurità".

Al dibattimento però è spuntata la foto di una spatola con una prolunga di fortuna attaccata con lo scotch. "Non aveva senso intervenire col macchinario in movimento, non cambiava nulla se bisognava fare qualche metro di scarto - ha aggiunto - Non aveva senso che Gabriele andasse là sotto".