I vestiti diventano tele da dipingere. Così, con semplicità, Mario Teruzzi, stilista di Arcore, si è messo a servizio della sfilata, senza l’intenzione di esaltare la sua cifra stilistica, anzi, quasi sparendo, nella sempicità dei suoi modelli, per far risaltare l’opera delle pittrici che li hanno dipinti.
Coinvolto dall’Associazione Don Giulio Farina, ha realizzato disegno e taglio dei 20 abiti bianchi, in popeline di cotone che poi le abili mani di 8 artiste brianzole hanno decorato, trasformandoli in vere e proprie opere d’arte, da indossare, acquistabili la sera della sfilata. Mario Teruzzi ha acquistato 100 metri di stoffa di 2,4 metri di altezza disegnando e tagliando abiti semplici, con uno strascico tondo in fondo, senza drappeggi, per semplificare poi la vita a chi dipinge. "Mi ha fatto molto piacere che venissero coinvolte le sarte – racconta – non necessariamente professioniste, ma molto esperte, alcune anche ottantenni che cammin facendo mi contattavano per chiedermi consiglio su come era meglio procedere con la cucitura".
Gli abiti di Mario Teruzzi sono tutti opere uniche. "La gente comincia a capire il pregio dell’unicità – spiega – io non faccio mai un abito uguale all’altro e con le mie creazioni non è possibile partecipare a una cerimonia, accorgendosi che altre due o tre persone sono vestite come le mie clienti". Otto le artiste che se ne sono occupate: Laura Bocciardi, Maria Bonfandini, Elena Casiraghi, Mariella Arosio Convertini, Simona Fornarol, Monica Fossati, Patrizia Lovati e Patrizia Portalupi.
"Ho realizzato tre dei 20 abiti per la sfilata – racconta Mariella Convertini – di 4,5 metri di ampiezza. Uno dal titolo “Primavera non bussa, vien correndo“ è un’illustrazione di fiori a spatola, con colori acrilici; un altro chiamato “informale“ si rifà a delle forme astratte e un altro è l’albero della vita, un’immagine in involuzione su un modello di abito a piramide. Sono stata contenta di mettere la mia arte a servizio per un’iniziativa benefica".
Mariella Convertini, dopo il liceo classico ha studiato alla scuola Paolo Borsa e frequentato il corso quinquennale nella Scuola di Affresco di Monza. "Dipingo a fresco, a olio, a tempera, ad acquerello – racconta – modello la creta realizzando figure antropomorfe e zoomorfe, disegno. Il disegno per me non è mai fine a se stesso, me ne servo per fermare un’idea, un’immagine, per studiare un volto. Ciò che veramente sento e amo è il colore".
C.B.