
Tasso di sovraffollamento oltre l’80 per cento, agenti picchiati e turni massacranti. Alcuni detenuti cercano di andare in isolamento pur di avere più spazio in carcere
Violenze all’ordine del giorno. Ora anche cimici e scabbia. Benvenuti all’inferno, un "manicomio criminale", dove nel 2024 si sono registrati 13 casi di aggressione al personale e 23 di lesioni tra detenuti, e un’altra decina si sono contati negli ultimissimi mesi (5 ad agosto, 1 suicidio a luglio). Questa la situazione alla casa circondariale di via Sanquirico a Monza.
L’ultima aggressione, il 31 agosto al reparto psichiatrico dell’ospedale San Gerardo di Monza, "rappresenta l’ennesima manifestazione di un sistema allo sfascio". In quell’occasione, un detenuto piantonato ha aggredito due agenti, causando loro lesioni con prognosi rispettivamente di 5 e 15 giorni, e ha colpito anche il personale sanitario della struttura. "Quello che sta accadendo a Monza non può più essere considerato un caso isolato: si tratta dell’ennesima aggressione in un contesto lavorativo ormai compromesso".
Agenti di polizia penitenziaria esausti, logorati da carichi di lavoro insostenibili determinati da una grave carenza di organico (gli agenti sono 279 sui 296 previsti), con turni massacranti, assenza di riposi e il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza e l’igiene del lavoro.
"Il sovraffollamento ha assunto proporzioni drammatiche (oltre l’80%), con 746 detenuti a fronte di una capienza di soli 411 posti". In molte sezioni, pensate per accogliere 50 persone, si arriva a ospitarne 75, costringendo i detenuti a dormire su brandine pieghevoli. In alcuni casi, poi, le camere vengono oera chiuse per disinfestazioni da cimici da letto e scabbia, causando ulteriori problemi nella gestione degli spazi e aumentando la tensione tra la popolazione detenuta, con il timore di un possibile contagio o epidemia di massa.
"Le disinfestazioni si ripetono in continuazione - dice il presidente regionale dell’Uilpa, Domenico Benemia -. Non si fa in tempo a sanificare un ambiente che subito bisogna ripartire con la bonifica di un altro. Noi agenti siamo troppo pochi e spesso capita che una persona che ha finito il proprio turno venga richiamata poche ore dopo per tornare a lavorare nel turno di notte. Siamo sfibrati, molti di noi non stanno bene". Non è raro che detenuti con gravi problemi psichiatrici, provenienti da istituti di tutta Italia, vengano trasferiti a Monza senza che vi siano le condizioni per gestirli. L’istituto accoglie 500 detenuti con problemi di tossicodipendenza, la metà ha anche problemi psichiatrici.
"E col loro comportamento, compromettono gravemente l’ordine e la sicurezza. Le sezioni di prima accoglienza, quelle a monitoraggio sanitario e le sezioni ex art. 32 O.P. ospitano persone “fuori circuito”, rendendo la gestione di questi reparti ancora più problematica. Addirittura alcuni detenuti - nota Uilpa -, pur di non condividere celle sovraffollate e inadeguate, preferiscono chiedere volontariamente di essere messi in isolamento". Le organizzazioni sindacali (S.a.p.pe. – Si.na.p.pe – O.s.a.p.p. – Uil.pa – U.s.p.p.) "chiedono risposte urgenti ed immediate, altrimenti saranno costrette a proclamare lo stato di agitazione".