
I sindacati: "La richiesta di ridurre la base occupazionale è irricevibile". La Regione attacca: "Pianificazione da rivedere, incontro insoddisfacente". E il tavolo del Mimit sul futuro del colosso dei chip diventa permanente.
"Il rebus St è tutt’altro che risolto". Il tavolo aperto al Mimit sul futuro del colosso del chip diventa permanente, il ministro Adolfo Urso accoglie la richiesta dei sindacati e la Regione attacca: "Pianificazione da rivedere, incontro insoddisfacente".
I sindacati scalpitano: "Da esuberi a cassintegrati? Sarebbero questi gli strumenti conservativi ai quali pensano?", sbotta Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza. "La riduzione della base occupazionale di 1.800 persone (200 delle quali circa in Sicilia, il resto in Brianza) come prospettato ieri e Roma è semplicemente inaccettabile – rincara Barbara Tibaldi alla guida della Fiom nazionale – da parte dell’azienda non è arrivata nessuna novità sostanziale".
Stm "conferma gli investimenti – aggiunge – ma non accetta di crescere ulteriormente in Italia, mantenendo sul tavolo la necessità di ridurre la base occupata, richiesta per noi irricevibile".
"A settembre, alla convocazione – chiarisce ancora – vedremo se sarà possibile proseguire il confronto".
"L’azienda ha riproposto il piano presentato lo scorso 10 aprile con un forte ridimensionamento occupazionale su Agrate – commenta Massimiliano Nobis, segretario Fim-Cisl nazionale – i sindacati hanno ribadito che questo piano non è soddisfacente e occorre prevederne uno che superi il 2027 con investimenti importanti in Brianza, come quelli effettuati per Catania".
"È importante – prosegue - avere anche risorse pubbliche per riportare lo stabilimento di Agrate a essere competitivo e leader nella produzione dei semiconduttori".
"Abbiamo chiesto il ritiro di tutti gli esuberi – chiarisce Luca Colonna, segretario nazionale Uilm – e nei prossimi incontri verificheremo come avviare un percorso che abbia al centro lo sviluppo di questa azienda strategica".
"Il Gruppo ha confermato quel che sapevamo: nessun nuovo investimento su Agrate, solo un anticipo di risorse già previste, e l’intenzione di mantenere aperta la strada alla riduzione dell’organico, seppure con altri strumenti – tira le somme Occhiuto –. Non si può continuare a parlare di esuberi mentre si usano risorse pubbliche per processi che di fatto scaricano il costo della riorganizzazione sui lavoratori. L’uso di strumenti ‘conservativi’, che rischiano di essere leve per incentivare uscite e licenziamenti mascherati, è una strada che respingiamo con forza. Adesso, servono risposte vere".
"Per confermare il ruolo strategico di Agrate Brianza – conclude Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo – c’è bisogno di tanto altro: volumi produttivi, dimensione del sito, investimenti, differenziazione rispetto agli altri stabilimenti del gruppo, tenuta occupazionale e unicità di tecnologia. Non mi pare che le scelte fatte fin qui dall’attuale dirigenza abbiano portato risultati positivi, per cui forse è arrivato il momento di cambiare quella pianificazione".