
Dibattito acceso fra i dirigenti, ma il preside dell’istituto Mapelli Aldo Melzi non ha dubbi. I dispositivi devono restare sempre spenti, si valuta l’ipotesi di installare armadietti in cui riporli.
Cellulari a scuola: il Ministro detta le regole, ma prevalgono buonsenso e logistica. Con la circolare n. 3392 del 16 giugno 2025, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha stabilito che i cellulari debbano restare spenti per tutta la giornata scolastica, superando la precedente limitazione che li escludeva solo dalle ore di lezione. Quindi, niente cellulari neanche all’intervallo.
"Assolutamente non se ne parla di ritirare i cellulari - specifica Aldo Melzi, preside dell’Istituto Mapelli di Monza - il ritiro presupporrebbe un’assunzione di responsabilità da parte della scuola. Si immagini cosa vorrebbe dire ritirare 1.200 cellulari: se poi nel mucchio qualcuno va perso, danneggiato, scambiato o rubato, la scuola dovrebbe rifondere la famiglia. Il cellulare deve rimanere spento e chiuso in cartella. Siamo un ente di formazione e dobbiamo far capire che a scuola si presta attenzione all’insegnante in classe e le pause sono occasione di socializzazione tra i ragazzi. Poi i genitori possono contattare i ragazzi a scuola".
Oppure i ragazzi diabetici che abbiano l’App sul cellulare per la conta dei carboidrati o il dosaggio dell’insulina possono tenerlo, ma senza approfittarne.
Il tema è stato oggetto di dibattito tra dirigenti degli istituti Mapelli, Hensemberger, Frisi e Mosè Bianchi e tutti hanno convenuto che si tratta di una responsabilità che la scuola non si può assumere e che sia necessario puntare su educazione e consapevolezza. Al Mapelli l’argomento è stato oggetto di un dibattito acceso durante in Consiglio di istituto. Qualcuno suggeriva che i ragazzi depositassero in vicepresidenza il loro apparecchio: ipotesi impercorribile. "La scuola deve insegnare - continua Melzi - e anche per i vice presidi, a loro volta insegnanti, sarebbe stato un impegno gravoso in più".
I docenti di Diritto sottolineano poi che, trattandosi di oggetti di proprietà, non si possono confiscare. Nei primi giorni di scuola un ragazzo è stato “pizzicato“ a fumare, un altro con il cellulare all’intervallo. Sono stati ammoniti, dai prossimi giorni le trasgressioni vengono sanzionate con note sul registro, provvedimenti disciplinari e abbassamento del voto di condotta. Resta l’obbligo, nelle singole classi, di posare il telefonino sulla cattedra, durante le verifiche. Al vaglio l’installazione di appositi armadietti.