
Ritorno sui banchi al Centro Maria Letizia Verga, e quando non si può l’insegnante va al letto del paziente. Ogni corso è individuale: il programma nasce contemperando esigenze didattiche e terapeutiche.
Anche quest’anno le aule della Scuola in Ospedale del Centro Maria Letizia Verga, Irccs San Gerardo dei Tintori, si sono riempite di bambini e ragazzi pronti a tornare sui banchi. E quando non si può è l’insegnante che va al letto del paziente.
Sono 60 gli alunni iscritti - 20 della primaria (di cui 10 remigini), 15 della secondaria di primo grado e 25 della secondaria di secondo grado - seguiti da un team di 11 docenti che coprono tutte le discipline principali, dalle lettere alla matematica, dall’inglese al latino.
Le lezioni sono sempre individuali e il programma viene creato ad hoc per ogni studente con i libri di testo della sua scuola, cercando di seguire le attività dei suoi compagni ma con modalità e tempi adatti al periodo di cure. In questo percorso personalizzato trovano spazio anche le normali pratiche della scuola: verifiche, interrogazioni, pagelle ed esami di Stato. Tutto è organizzato in collaborazione con l’istituto comprensivo Salvo d’Acquisto di Monza, dal 1988 per le scuole primarie e a cui si sono aggiunte le medie dal 1990 e con l’IIS Mosè Bianchi per le superiori, dal 2002.
L’Ic Salvo d’Acquisto invia i suoi insegnanti e aiuta gli scolari a rimanere in contatto con la propria scuola d’origine, mentre il Mosè Bianchi fornisce insegnanti della scuola e si raccorda con gli altri istituti della città per insegnanti specifici di indirizzo. Grazie al sostegno della Fondazione Maria Letizia Verga, gli spazi dedicati alla didattica sono accoglienti e attrezzati con lavagne interattive, tablet e pc, così che le lezioni possano seguire il ritmo di quelle a casa e mantenere viva la progettualità di ciascun ragazzo.
"La malattia interrompe tanto, ma non il diritto di sognare: la scuola in ospedale dà ai nostri ragazzi la possibilità di crescere, imparare e soprattutto di guardare avanti", ha commentato Giovanni Verga, presidente della Fondazione Maria Letizia Verga. Quando, alla fine degli anni Ottanta, è iniziata l’avventura della Scuola in Ospedale, insegnavano al Centro Verga due docenti di scuola primaria. Oggi ci sono tre differenti ordini di scuola, dalla primaria alla scuola superiore e le lezioni si svolgono tutte le mattine, nelle aule dedicate o, più frequentemente, nelle stanze dove si trovano i ragazzi durante le terapie.
A giugno ben otto ragazzi hanno concluso le prove dell’esame di terza media, con impegno e tanta determinazione. Hanno svolto gli scritti di italiano, matematica, inglese, francese e spagnolo e, ieri, ci hanno emozionato con i loro colloqui: ci hanno parlato di storia, arte, scienze, ma anche della loro esperienza, delle loro emozioni, della vita qui al Centro.
La Fondazione Maria Letizia Verga affonda le radici nel Comitato Maria Letizia Verga, nato nel 1979 da Giovanni Verga (il papà di Maria Letizia, morta di leucemia a soli quattro anni). Dal 2025 si configura come Fondazione ETS, Maria Letizia Verga e riunisce genitori, volontari, amici, sostenitori, ricercatori, medici e operatori sanitari impegnati nella lotta contro le leucemie del bambino.
Ha più di 20mila sostenitori e può contare oggi su oltre 250 volontari. In oltre 45 anni ha svolto innumerevoli attività finalizzate allo studio e cura delle leucemie infantili che hanno consentito di assistere e guarire 2.500 bambini e adolescenti, contribuendo in modo decisivo ad aumentare la percentuale di guarigione dei bambini e dei ragazzi con diagnosi di leucemia (ad oggi 85% contro il 30% del 1979).
Il Comitato è stato promotore della nascita della Fondazione Tettamanti e dell’omonimo centro di ricerca, della Fondazione MBBM, nonché finanziatore della costruzione del Centro Maria Letizia Verga.