DARIO CRIPPA
Cronaca

Una fitta lista di scazzottate, rapine e casi di spaccio: così la delinquenza giovanile tiene in scacco Monza

Protagoniste sempre più spesso le nuove generazioni. L’ultimo episodio pochi giorni fa quando due gruppi di ragazzi si sono affrontati nel cuore della notte in via Bergamo, tra botte da orbi, urla e fughe precipitose. Soltanto ad agosto si contano almeno tre episodi alle porte del centro

Forze dell’ordine impegnate di notte nelle strade della malamovida

Forze dell’ordine impegnate di notte nelle strade della malamovida

Monza – L’ultimo episodio risale a qualche giorno fa, al 24 agosto. Due gruppi di ragazzi si affrontano nel cuore della notte in via Bergamo, il centro della movidaBotte da orbi, urla, fughe precipitose. Lo scandalo della malamovida torna prepotentemente alla ribalta come un fiume carsico, purtroppo non c’è nulla di nuovo. Borgo Bergamo. Il cuore della movida di Monza, quella stradina su cui si affacciano ristoranti, bar e botteghe, non è nuova a episodi del genere. Che spesso tracimano nelle zone limitrofe, nei giardinetti del Nei oppure si verificano sfacciatamente nel “salotto buono“ di Monza, nel suo centro storico.

È ancora nella memoria quanto accaduto qualche giorno prima, alla stazione ferroviaria di Monza. Dove tre ragazzini rapinano un loro coetaneo e lo gettano a terra rompendogli una costola. Gli stessi ragazzi – italiani, uno di 16 e uno di 14 anni, con un complice di 13 non imputabile per la giovanissima età – che qualche mese prima di erano presi protagonisti di giochi pericolosi con i petardi, sfociati il 4 gennaio nell’incendio e nella devastazione di un bar in via Sant’Andrea.

Mentre una banda di ragazzini si era macchiata del furto alla yogurteria dell’ospedale, in una società calcistica e in un’associazione sportiva benefica per disabili, tutto nella stessa notte, quella del 21 luglio. Ma il centro storico resta sempre il luogo preferito per le scorribande. In via Bergamo due bande di magrebini si erano affrontate alle 3.30 del mattino e si erano scagliate contro la saracinesca di un locale danneggiandolo nella notte tra sabato 2 e domenica 3 agosto.

Sempre in Bergamo il 12 luglio l’ex assessora Giada Turato era stata testimone di un altro episodio di cronaca nera, con due bande di ragazzini armati che si erano affrontati in mezzo alla stada costringendo lei e i suoi amici (tra di loro anche un consigliere comunale derubato nel parapiglia) a rifugiarsi in un locale. 

Un mese prima, tra venerdì 15 e sabato 16 maggio, un’altra rissa aveva sconvolto piazza San Paolo. Prima gli agenti della Questura rastrellano la zona identificando un centinaio di ragazzi: di questi tre vengono denunciati. Il primo è un tunisino con hashish e cocaina (e un coltello), uscito a caccia di clienti. Lo fermano in via Bergamo. Poco dopo, sempre in via Bergamo, un ragazzo di 28 anni, ubriaco fradicio, arriva a spegnere una sigaretta su una Volante della polizia. E non si fa problemi a spintonare, con altri ragazzi che gli danno manforte, i poliziotti che volevano identificarlo: verrà denunciato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Nella stessa notte, ma ormai all’alba, in via Vittorio Emanuele vengono fermati due ragazzi in arrivo da Milano che, ubriachi, stanno vandalizzando alcune vetture parcheggiate e alcune fioriere. In Questura, per ridurli a più miti consigli, gli agenti ricorrono anche all’uso dello spray al peperoncino.

La madre di tutte le maxi risse è forse però quella che si vive in centro a Monza pochi mesi prima, nell’ottobre del 2024. In questa occasione una trentina di giovani, alcuni dei quali armati di spranghe, cinghie, bottiglie e bastoni, si rendono protagonisti di una battaglia senza quartiere fra il Tribunale e piazza San Pietro Martire. Il momento clou intorno alle 22.30 (è un sabato sera), quando decine di passanti terrorizzati – normalissime famiglie a spasso per una passeggiata – si ritrovano prese in mezzo fra le due bande in guerra. E, per trovare rifugio, cercano soccorso in un’elegante enoteca del centro, il Dining Club di via Edmondo De Amicis, a due passi dal Tribunale e dall’Ufficio Igiene. Dopo aver implorato aiuto battendo alla porta sprangata dal titolare del locale per difendere i propri clienti – anche quattro famiglie con passeggini e bebè – riescono ad aprire il suo cuore. E soprattutto a farsi aprire la porta.