REDAZIONE MONZA BRIANZA

Protesta alla vecchia Bames: "Vogliono cancellare il processo". Ex dipendenti sul piede di guerra

Il Comitato dei dipendenti alla prossima udienza contro il colpo di spugna

Il Comitato dei dipendenti alla prossima udienza contro il colpo di spugna

Il Comitato dei dipendenti alla prossima udienza contro il colpo di spugna

"Dopo oltre sette anni di processi rischia di venire cancellato dal colpo di spugna della prescrizione il fallimento della Bames e di tutto il lavoro e le iniziative che ci sono state in quasi dodici anni. Sarebbe veramente assurdo!".

Gli ex dipendenti della Bames, la società vimercatese, ex Ibm poi Celestica, fiore all’occhiello della Silicon Valley brianzola e finita invece per chiudere i battenti nel 2013 lasciando a casa 850 lavoratori, protestano contro la richiesta della Procura generale nel processo di appello di derubricare il reato principale da bancarotta fraudolenta a bancarotta semplice con il rischio di annullare tutte le 8 condanne inflitte dal Tribunale di Monza.

Il Comitato dei lavoratori ha quindi deciso che sarà presente alla prossima udienza del 10 settembre a Milano per fare sentire la sua voce.

"La cosa che lascia di più l’amaro in bocca ed è come prendere un sonoro schiaffone è che verrebbero annullate le pene e agli ex dipendenti lasciati per strada non resterebbe nulla - sostengono gli ex dipendenti -

Dal 2013 abbiamo continuato a ritrovarci e abbiamo fornito un contributo importante, sia per le indagini che hanno certificato la bancarotta fraudolenta che per il procedimento penale; in questo lungo periodo non abbiamo mai smesso di fare la nostra parte portando avanti una lotta esemplare contro chi, nel nostro Paese, ha speculato e specula, facendo giochi finanziari sulla vita delle persone anziché svolgere in modo onesto l’attività imprenditoriale".

Va anche ricordato che nella sentenza di aprile 2024 è stata concessa una provvisionale di 5 milioni di euro sul risarcimento dei danni alla curatela del fallimento e 5mila euro in solido ciascuno per il danno morale ai 61 ex lavoratori della società costituiti come parte civile nel procedimento che continuano ad esserlo anche nel procedimento di appello.

E tutto andrebbe cancellato perché il reato di bancarotta semplice era già prescritto prima della sentenza dei giudici monzesi.

"Gli ex dipendenti hanno subìto sulla propria pelle le scelte di chi ha portato l’azienda al fallimento e che ha causato loro forti disagi economici, danni psicologici e drammi familiari e ora rischiano di vedere gli esiti stravolti".

Stefania Totaro