STEFANIA TOTARO
Cronaca

Va in pensione Salvatore Bellomo, il magistrato che ha sfidato ‘ndrangheta e corruzione a Monza

È rimasto per 38 anni in servizio come pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Monza, che lascia a 70 anni per limiti di età. Ha svolto importantissime inchieste anche nell’hinterland milanese

Il pubblico ministero Salvatore Bellomo

Il pubblico ministero Salvatore Bellomo

Monza, 23 Luglio 2025 – Compie 70 anni e lascia la Magistratura per raggiunti limiti di età per la pensione il pubblico ministero Salvatore Bellomo, 40 anni con indosso la toga di cui 38 in servizio alla Procura della Repubblica di Monza. Il suo nome entra di fatto negli annali per avere combattuto la criminalità, anche organizzata, in Brianza e nell'hinterland milanese.

Bellomo è nato a Villarosa, in provincia di Enna, il 23 luglio del 1955. Siciliano è di origine e lo è rimasto per carattere, modi e tenacia, ma è monzese di adozione visto che per 38 anni ha lavorato a Monza, dove vive con la famiglia. Il pm è infatti entrato nella Magistratura il 30 aprile del 1986 e dal dicembre dell'anno seguente ha preso servizio alla Procura monzese, che è rimasta la sua unica sede. Appassionato di calcio (ha giocato fino alla Promozione e anche nella Nazionale Magistrati) e milanista sfegatato (ma ha condotto l'inchiesta sugli ultras milanisti passata poi a Milano per competenza), negli ultimi anni si è appassionato di golf.

Rude nell'atteggiamento ma capace di farsi apprezzare non solo per la sua professionalità e competenza, ma anche per la sua disponibilità. A lui sono state affidate molte delle più impegnative e difficili inchieste su faide, bande di rapinatori e trafficanti di droga. Per poi specializzarsi nelle indagini sulla criminalità organizzata che si è impadronita della Brianza e sulla corruzione edilizia con la complicità della politica e della pubblica amministrazione. Negli anni Novanta ha indagato su episodi avvenuti nel Vimercatese ma legati alla sanguinosa faida senza fine di Monte Sant'Angelo in Puglia per il controllo delle attività illecite nel territorio, per cui gli era stata assegnata una scorta.

Poi l'inchiesta “Sunrise” (citata anche dalla Commissione parlamentare antimafia) con decine di arresti in Brianza per usura, estorsione, droga. Nel 2010 la storica inchiesta “Infinito” sull'infiltrazione della ‘ndrangheta nel territorio. Bellomo è stato inoltre uno dei primi in Italia a chiedere nel 1991 il programma di collaborazione dei pentiti per sgominare con le operazioni “Arcobaleno” e poi “Iride” una banda specializzata in rapine commesse in banche, uffici postali, gioiellerie e supermercati in Brianza e mezza Lombardia che aveva portato a 44 arresti.