
A sinistra, Christian Rosiello
Milano, 20 maggio 2025 – Oltre 600mila euro di danni. È questa la somma complessiva ipotizzata da Milan e Serie A nel processo a carico di tre ultras milanisti indagati nella maxi inchiesta della Procura di Milano sulle curve di San Siro. Il club rossonero, rappresentato dall'avvocato Enrico De Castiglione, ha chiesto infatti un risarcimento pari a 458mila euro, mentre la Lega del massimo campionato, con il legale Salvatore Pino, ulteriori 200mila. Entrambi erano stati ammessi parti civili nel processo davanti alla sesta sezione penale del Tribunale di Milano per eventuali danni patrimoniali e di immagine.
La richiesta del pm
Le richieste di risarcimento sono state formalizzate questa mattina, dopo la discussione del pubblico ministero Paolo Storari, che ha chiesto condanne per tutti e tre gli imputati. La pena più severa, sei anni e dieci mesi di carcere, è stata proposta per Francesco Lucci, fratello dell'ex capo ultras milanista Luca, che deve rispondere delle accuse più gravi. Per lui è stata proposta una pena di sei anni e 10 mesi di carcere, mentre per l'ex bodyguard di Fedez, Christian Rosiello, e il terzo imputato Riccardo Bonissi, la richiesta è di quattro anni e dieci mesi.
La sentenza fra meno di un mese
L a sentenza del processo con il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna e che si celebra a porte chiuse, è attesa per il 17 giugno. Il 5 dello stesso mese, nella prossima udienza fissata, prenderà invece la parola l'avvocato Jacopo Cappetta che difende gli ultras. I tre imputati avevano inizialmente optato per il rito ordinario, a differenza degli altri indagati tra cui i vertici delle curve, ossia Marco Ferdico e Andrea Beretta per la Nord interista e Luca Lucci per la Sud milanista. Dopo l'aggravamento delle accuse per Francesco Lucci, il legale Cappetta ha potuto nuovamente chiedere il rito alternativo ed è stato ammesso dalla giudice Ilaria Simi De Burgis.
Estorsioni e risse al The Club
Lucci, Rosiello e Bonissi sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata a una serie di episodi di estorsioni e "aggressioni". Tra queste, anche quella dell'aprile dell'anno scorso ai danni del personal trainer dei vip Cristiano Iovino. L'episodio, per il quale l'inchiesta per rissa a carico di Fedez e Rosiello è stata archiviata, è stato raccontato in aula da un ispettore della Squadra Mobile sentito come testimone. Sono stati anche mostrati i filmati, con la lite che scoppia nella discoteca The Club di Milano e che prosegue poi in via Traiano, nei pressi della abitazione di Iovino, quando un gruppetto di persone scende da un van per la presunta aggressione ai danni dell'allenatore.

Il pestaggio
Nelle scorse udienze sono poi state proiettate davanti alla giudice anche le immagini di un altro pestaggio ai danni di un 25enne, che sarebbe stato commesso il 12 maggio 2024 in un ristorante di via Capecelatro. Proprio quest'ultimo episodio viene contestato a Lucci nelle nuove accuse, così come il ruolo di promotore della associazione per delinquere e l'aggravante dell'utilizzo delle armi.

L’inchiesta su Luca Lucci
Il fratello di Francesco, Luca Lucci, in carcere dallo scorso settembre è a sua volta accusato dai magistrati di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni, aggressioni e violenze; e di essere il mandante dell’ultrà milanista Enzo Anghinelli avvenuto nel 2019, e per il quale è finito in carcere anche il vice di Lucci, Daniele Cataldo. Accuse dalle quali Lucci, durante l’interrogatorio avvenuto il 9 maggio, si è difeso dichiarando la sua estraneità.