BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Vandali al vecchio nosocomio. Recinzione divelta e letti lanciati

Vimercate, il piano sicurezza e i cartelli con il divieto di entrare non sono bastati. La direzione sul degrado: "Stiamo studiando soluzioni". Ma serve un compratore.

Degrado, crolli e atti vandalici all’ex ospedale di Vimercate vanno avanti da 15 anni

Degrado, crolli e atti vandalici all’ex ospedale di Vimercate vanno avanti da 15 anni

I cartelli di proprietà privata, il divieto di entrata, lo sbarramento agli accessi non fermano i vandali. Nel mirino ancora l’ex ospedale di Vimercate, una recinzione divelta, letti nel giardino l’ultima bravata dei teppisti che riporta al centro dell’attenzione il degrado che va avanti ormai da 15 anni. La maxi area nel cuore della città aspetta un futuro e nel frattempo non se la passa bene. Nonostante il piano sicurezza chiesto nel 2024 ad Asst Brianza e ottenuto dal Comune.

Lo scorso inverno c’è stato anche il crollo della parte più vecchia del nosocomio, proprio attaccata al Municipio e poi abbattuta, ma i calcinacci erano volati – per fortuna senza conseguenze – sulla strada e non una via secondaria, ma l’arteria d’accesso a piazza Unità d’Italia, sulla quale si affaccia il Comune. L’ospedale è al lavoro per rafforzare le misure di controllo, "stiamo studiando soluzioni ulteriori", assicura la direzione. Ma la svolta arriverà solo con un compratore.

Due gare sono andare deserte e l’Azienda sta cercando "la miglior soluzione possibile" a un nuovo tavolo con la Regione – proprietaria del complesso – e il Comune per accendere l’interesse del mercato. Nonostante la base d’asta più che dimezzate, a 8 milioni dai 20 di valore iniziali – stime dell’Agenzia delle Entrate – nessuno finora si è fatto avanti. Colpa, forse, di un recupero troppo oneroso che prevede un mix di funzioni pubbliche e private, 600 appartamenti, uffici, negozi, boulevard, una piazza e la Casa della Comunità più grande della provincia insieme ad altri servizi sanitari. Un progetto pensato per dare alla zona un’identità al passo con i tempi e con l’esigenza di potenziare terapie e cure su una superficie di 130mila metri quadrati complessivi, valore teorico 320 milioni, che vorrebbe lasciarsi il passato alle spalle.

Oltre al vecchio monoblocco all’incanto, al centro dell’Accordo di programma che ha disegnato il nuovo quartiere modello, ci sono altre due aree private (70mila metri): la Cava Cantù, dove i lavori sono già partiti (ma un pezzo è coinvolto nella vendita ed è quello dove è prevista una bonifica da 1 milione e mezzo), e l’ex Consorzio Agrario. Per la parte pubblica, invece, ancora niente da fare. Più di un costruttore ha espresso interesse, ma finora nessuno ha presentato un’offerta. Qualcosa va limito, il piano iniziale ha già perso il teatro ipogeo con 500 posti inserito dall’amministrazione grillina e poi cassato. Non rientra nel perimetro neppure l’ex cappellania in via Cereda, al centro di una cessione a favore del Comune.

Barbara Calderola