ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Non aprite quella porta. La rabbia dei Templari: "Il permesso non serve"

Si erano offerti per aprire a turisti e fedeli la Cappella Reale. Il presidente: "Il gradimento della Curia sarebbe indebita ingerenza".

Non aprite quella porta. La rabbia dei Templari: "Il permesso non serve"

Si erano offerti per aprire a turisti e fedeli la Cappella Reale. Il presidente: "Il gradimento della Curia sarebbe indebita ingerenza".

Monza – Non c’è pace per di Templari. In ballo questa volta il rapporto tra l’associazione di promozione sociale che oggi si fa portatrice di quella tradizione, Templari Oggi Aps, e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. A metà settembre i Templari si erano presi in carico la vigilanza della Cappella Reale della Reggia di Monza, che grazie al loro servizio, gratuito e volontario, ha potuto riaprire le porte a fedeli e visitatori ogni sabato e domenica, dopo trent’anni di chiusura. L’iniziativa, nata per volontà del presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani, ha poi visto una sospensione dopo qualche settimana, per la richiesta del Consorzio di autorizzazione alla Curia di Milano.

L’altro giorno, con una nota stampa, è arrivato il commento del presidente di Templari Oggi, Mauro Giorgio Ferretti: "L’associazione Templari Oggi aps non è una “associazione di fedeli di diritto canonico“, ma un ente civilistico del terzo settore, non disciplinato dal diritto canonico. Non necessita né è prevista, pertanto, alcuna autorizzazione ecclesiastica e/o gradimento della Curia, che (con tutto il rispetto da cattolici dovutole) rappresenterebbe una grave e indebita ingerenza, in violazione delle norme concordatarie".

E conclude: "In ogni caso, questo Ente presterà servizio ufficiale (gratuito) a favore della Santa Sede, in Roma durante tutto l’Anno Giubilare, presso le Basiliche Papali di San Paolo fuori le Mura, Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano". Da qui la contro-risposta del presidente di Consorzio e sindaco di Monza Paolo Pilotto: "Il tema non è che sia un’associazione di promozione sociale o di diritto canonico, ma di rapporti tra istituzioni. In una logica di collaborazione reciproca è giusto che sia anche la Curia a essere d’accordo, come altro ente gestore". Per cui, lascia intendere il primo cittadino, il verdetto sul destino dei Templari alla Villa Reale verrà da lì.