
L’intero paese si è fermato per dire addio alla 23enne annegata al Conero. Il parroco don Giuliano Parravicini: "Non troviamo parole che bastino".
Non c’era posto in chiesa per tutti. Un intero paese e tanti, tantissimi ragazzi si sono stretti ieri mattina dentro e fuori la chiesa di Vedano per dare l’ultimo saluto a Sofia Pozzi, la 23enne morta giovedì scorso nelle acque di Sirolo nel Conero. Molti conoscenti e amici della studentessa di design, che era molto apprezzata in paese dove frequentava la parrocchia di Santo Stefano e la società sportiva Gs Vedano, hanno potuto soltanto attendere all’esterno l’uscita della bara di legno chiaro, adornata di fiori colorati come il suo carattere sempre allegro, e le hanno donato a loro volta un pensiero floreale, come la corona degli “Amici della piazza“, posizionata a lato del portone di ingresso. Tra i fiori anche i palloncini bianchi.
"Non troviamo parole che bastino. Ma Dio piange con noi. E Sofia ora è tra le sue braccia", ha detto don Giuliano Parravicini nell’omelia, commosso e con la voce incrinata. Il parroco si è però poi rivolto ai familiari e agli amici della ragazza raccomandando che "il rapporto con Sofia non può finire con le lacrime". Presenti le autorità comunali, in testa il sindaco Marco Merlini, che per l’intera giornata di ieri aveva decretato il lutto cittadino. Alcuni amici hanno trovato la forza di salire sull’altare al termine delle esequie e hanno raccontato qualche ricordo di Sofia, del suo sorriso sempre presente e della sua dolcezza, scatenando gli applausi, in un addio che è durato ben oltre la cerimonia religiosa ufficiale. La promessa è stata di "non dimenticarla mai", perchè Sofia sarà sempre con loro "nelle nuvole, nella natura, nel sorriso degli altri". Poi hanno coperto di messaggi la bara, per accompagnarla nella sua nuova vita.