REDAZIONE MONZA BRIANZA

La Villa dimenticata. Nuovo crollo alla casa della matematica. Maria Gaetana Agnesi

Enrico Bellosio, presidente del Comitato: fu donata per scopi sociali "Mi appello alle istituzioni, non facciamola cadere a pezzi".

Il tetto del corpo centrale di Villa Agnesi parzialmente crollato L’edificio attende un restauro

Il tetto del corpo centrale di Villa Agnesi parzialmente crollato L’edificio attende un restauro

Nel Settecento, la matematica, studiosa e benefattrice Maria Gaetana Agnesi arrivava tutte le estati da Milano con la sua carrozza per ristorarsi un po’ al fresco, in quella bella villa di famiglia nel cuore della Brianza. Un po’ cagionevole di salute, rinfrancarsi sui verdeggianti colli brianzoli era un toccasana. Percorreva allora un grande viale alberato che conduce all’ingresso dell’edificio, saliva lo scalone, ed entrava nella villa. Ora, a distanza di secoli, ancora molto parla di lei a Varedo. La riproduzione di una “Versiera“, la curva algebrica scoperta dalla Agnesi campeggia in suo onore in piazza della Pace, tracciata sulla pavimentazione in lastre di granito.

E soprattutto è ancora in piedi in una Brianza sempre più cementificata Villa Agnesi, anche se purtroppo cade un po’ a pezzi. Gli ultimi sono crollati negli scorsi giorni dal tetto di quell’edificio risalente al Seicento e ancora poco o punto preso in consegna dalle istituzioni per restaurarlo.

Lo squarcio nel tetto è ben visibile, proprio nel corpo centrale della Villa, quello effettivamente abitato da Maria Gaetana Agnesi, e che purtroppo non è ancora stato restaurato. Intere porzioni di tetto sono collassate al piano di sotto, mettendo in pericolo la stabilità dell’edificio.

È stato restaurato invece il complesso delle cascine, con un iter durato quasi vent’anni, anche se ora il restauro si è arenato. Notevole è stato anche un progetto di rimboschimento del fondo Agnesi, inserito nel Parco Grugnotorto grazie al Progetto Nexus della Regione Lombardia. C’è una persona che da anni spende ogni energia nel tentativo di salvaguardare un bene storico di inestimabile valore come Villa Agnesi. Si chiama Enrico Bellosio, è vissuto all’interno di Villa Agnesi quando era bambino, "ho fatto la comunione e mi sono sposato nella sua chiesetta" (molto frequentata dalla religiosissima Maria Gaetana Agnesi) e ancora oggi vive a poca distanza. Ed è presidente del Comitato per la Rinascita di Villa Agnesi. Dopo l’ultimo crollo, Enrico Bellosio sbotta: "Maria Gaetana Agnesi lasciò in eredità questo grande patrimonio per fini sociali e invece lo lasciano cadere a pezzi. Sembra che gli amministratori locali abbiano perso interesse per la tutela delle ville storiche che impreziosiscono il suo territorio". E lancia un appello agli amministratori pubblici di Varedo: "Chiedo un incontro in Comune, per sapere quando finalmente si inizierà a mettere a punto anche il restauro del corpo centrale della villa? O stiamo solo aspettando che crolli tutto?". E aggiunge: "Vogliamo sapere quale sarà il futuro delle ville storiche di Varedo: stiamo parlando di un prestigioso patrimonio artistico e architettonico capace di dare memoria e identità a un luogo e un popolo". Il futuro è incerto: le cascine, appena restaurate (hanno ricavato anche 17 mini alloggi a fini sociali), non hanno però ancora una destinazione d’uso "e addirittura c’è chi sostiene che l’intera villa potrebbe essere venduta" nota ancora Bellosio. Quanto al corpo centrale della villa, ancora non si sa nulla di un progetto di restauro che tarda ad arrivare: "Non intendiamo accettare una situazione del genere - dichiara Bellosio -. Se il Comune non ci ascolterà, ci rivolgeremo alla Provincia, alla Regione, al Ministero dei Beni culturali, al Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano): qualcuno esisterà in Italia che è capace di distinguere la differenza tra un rudere abbandonato e un simbolo delle nostre radici storiche e culturali che non può andare perduto". L’unico aspetto positivo è che gli irrigatori della villa sono stati finalmente azionati. E così il bellissimo prato all’inglese della Villa, bruciato dal sole, è tornato verdissimo. Concetto degno di monsieur de La Palice: è stato sufficiente innaffiarlo.

Da.Cr.