
Ma il problema non è solo di “quantità”, ma di qualità e prospettive di vita
BRESCIA – Sempre meno giovani: nel 2030, in Lombardia, ci saranno 65mila residenti tra i 10 ed i 19 anni in meno rispetto al 2023. Effetto dell’inverno demografico, che ha le sue molteplici ragioni con altrettante conseguenze per tutta la società. L’elaborazione di Openpolis - Con i Bambini su dati Istat, in occasione della giornata internazionale della gioventù, entra nel dettaglio anche delle singole province lombarde. In valore assoluto, la provincia che “perderà” più giovani è quella di Milano con 14.341 giovani in meno; segue Bergamo con -11.800 e Brescia con quasi -10.800. Se si considera la variazione percentuale, il dato peggiore è invece quello di Bergamo, con un calo di giovani in 7 anni del 10,2%; segue la provincia di Lecco con il -9,8% e Brescia con -8,4%.
Il calo medio da qui al 2030 in Lombardia è del -9,3%, in linea con il -9,5% nazionale; è Pavia la provincia che si posiziona meglio con un -3,9%, tra i più bassi in Italia. Ma il problema non è solo di “quantità”, ma di qualità e prospettive di vita. Secondo il rapporto 2024 del Gruppo di lavoro per la convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, in Lombardia la percentuale di persone di minore età in povertà relativa è del 16,1% (6,1 punti in meno rispetto al dato nazionale); inoltre la percentuale di minori che vive in situazioni di sovraffollamento abitativo è del 46,3% (40,9% la media nazionale).
Guardando alcuni aspetti sulla salute, la percentuale di bambini obesi e gravemente obesi in Lombardia è del 6,1%, con una tendenza in aumento rispetto al precedente Rapporto. Positivi i dati sull’educazione rispetto alla media nazionale: la percentuale dei comuni coperti da servizi socioeducativi per la prima infanzia è del 79,2%, superiore di 14,8 punti rispetto alla media nazionale. Il numero di posti al nido è di 36 ogni 100 bambini (30 la media italiana). Inoltre, in Lombardia si legge di più, mentre va migliorata la pratica dello sport: lo fa il 62,7% di bambini e ragazzi di 3-17 anni, 7,5 punti rispetto all’anno precedente.
Secondo i rapporti della commissione Lancet sul benessere degli adolescenti è fondamentale l’investimento su infanzia e adolescenza, con la progressiva, prevista diminuzione dei giovani in termini demografici, il rischio concreto è che diminuisca anche la loro centralità nel dibattito pubblico e il loro peso nella società e che, quindi, si riduca l’attenzione verso la condizione delle giovani generazioni e gli spazi di intervento.