
L'ex assessore Giancarlo Tancredi e Christian Malangone, direttore generale del Comune
Nel mirino della Procura finisce anche Christian Malangone, direttore generale di Palazzo Marino, iscritto sul registro degli indagati perché accusato di induzione indebita in relazione alla vicenda del Pirellino. E proprio quest’ultimo progetto ha un ruolo centrale nell’inchiesta messa in piedi dal pool di magistrati coordinato da Tiziana Siciliano.
Il nome di Malangone emerge da alcune chat con l’imprenditore Manfredi Catella e con l’assessore Giancarlo Tancredi. I tre facevano parte di un gruppo whatsApp chiamato, appunto, “Pirellino“.
Dove emerge una gran nostalgia del periodo pre-inchiesta. Come nel messaggio scritto nero su bianco da Catella a Malangone e Tancredi, il 13 luglio del 2023: "Quando il Comune funzionava alla grande e lo lasciavano lavorare".

Nella chat, si fanno continui riferimenti all’andamento del progetto Pirellino. Basti pensare che il 6 ottobre Catella scrive ai suoi interlocutori con ruoli pubblici: "Mi dicono parere positivo (spero senza condizioni). Grazie per l’attenzione dopo un periodo obiettivamente impegnativo. A presto e giriamo pagina". Tancredi, di rimando: "Pare anche a me bene". E Malangone chiosa: "Poi ci sarà comunque da presidiare".
Il pressing di Catella è stringente. E il 30 gennaio 2024 scrive: "Giancarlo, la mia assistente mi diceva che l’incontro del 5 non è confermato. Tema p39 per noi è urgente e non procrastinabile...". Sullo sfondo, il lavorìo per il Salva Milano, visto come la panacea di tutti i presunti mali (urbanistici) della città. Ancora Catella, l’8 febbraio avvisa i due interlocutori: "Dalle ns relazioni istituzionali: Salvini proporrà un decreto legge (con alcuni condoni/sanatorie) a quanto pare per sanare diverse situazioni di non conformità. Non c’è ancora testo e stiamo monitorando per avere un quadro più chiaro - utile per Milano". Malangone il giorno dopo: "Dobbiamo capire urgentemente quale linea su Roma e quale veicolo e tempi". A stretto giro, Tancredi: "Sì, c’è tema Regione, Fontana ecc. Christian vediamocilunedì. Cerco di passare io da palazzo Marino".
Lo scenario da scongiurare è che il “salva Milano” finisca nel cassetto, come poi avvenuto sull’onda delle polemiche (e del deflagrare dell’inchiesta). Malagone chiede "una stima dell’impatto che questo sta provocando in termini di danni investimenti ecc". E Catella, pronto: "Solo lorenzini nell’ordine di sei zeri mensile. Da moltiplicare per n progetti. P39 (il Pirellino, ndr) stanno calcolando se non si procedesse come da ipotesi ma importo che non volete sapere. Poi ci sono gli effetti della riduzione sulla filiera ossia occupazione..e quello sugli investimenti che si fermerebbero con tutti i vari impatti. Stima non semplice. Ti direi che il rischio può arrivare a 100m (milioni, ndr) al mese".
Di lì, periodicamente, Catella informa i due di come sta procedendo l’iter a Roma. Malagone si dice pessimista: "Manfredi è utile parallelizzare (lavorare in parallelo, ndr), non sono infatti persuaso che si chiuda". Tra delusioni a Roma (Malagone: "Questi sono. Occorre ricordarselo nel segreto dell’urna"), equilibrismi tattici (Catella: "Lascerei politica a parte che purtroppo non mi sembra nobile da nessuna parte in questo periodo storico") e flebili speranze (ancor Catella: "Oggi ci sarà interlocuzione tra capogruppo e Morelli per discutere su decreto pnrr e accelerare i tempi"). E nell’altra chat, tra Malagone, Tancredi e Simona Collarini (dirigente indagata a sua volta, ndr) datata 17 dicembre 2022 emerge un siparietto. Tancredi: "Oggi parlato con il segretario sul tema". E Malangone: "Questa si chiama azione a ganascia". Tancredi corregge: "O assedio gentile". Malangone rilancia: "Segnatevi questo: meglio sbagliare insieme che fare giusto da solo". Tancredi chiude: "Se il nostro guru".