
Una ventina gli annegati negli ultimi anni, quasi tutti stranieri, nonostante il divieto di balneazione
La morte di Abdel "è il monito che non avremmo voluto per la gita sicura sul fiume". La tragedia del 16enne di Cornate annegato a Concesa a metà giugno scuote la comunità, ed è lui, lo studente che amava il suo Sudan a scoraggiare i tuffi proibiti.
Con un altro fine settimane alle porte, sulle sponde sale la tensione. L’adolescente riposa in un‘area ricavata nel cimitero di Colnago per le sepolture non cristiane, "così abbiamo evitato alla famiglia un altro strappo doloroso, almeno hanno una tomba su cui piangere - dice il sindaco Andrea Panzeri -. Il regolamento lo permetteva, ma prima non c’erano mai state richieste".
Dal giorno del dramma, il borgo si è stretto attorno ai parenti, per loro sono state organizzate due raccolte fondi, in paese, e a scuola, all’Accademia Martesana, a Gorgonzola, dove la vittima aveva frequentato il primo anno di Meccanica. Il dolore si è abbattuto su professori e compagni, che hanno raccolto denaro per aiutare i genitori a sostenere le spese impreviste. "Era davvero un ragazzo d’oro, non come si dice in questi casi con un po’ di retorica, ma sul serio, fiero delle sue origini", raccontano docenti e amici.
Stava ultimando la sua prima esperienza di tirocinio formativo in un’azienda e andava molto bene. Il lutto è piombato sull’istituto di formazione professionale come un fulmine a cielo sereno e lì come a Cornate il suo ricordo è vivissimo. "Amava parlare del suo paese d’origine sempre nel cuore, amava raccontare del nonno che aveva permesso a tutta la famiglia di venire in Italia, di quello che avevano vissuto".
Al ritorno in aula a settembre, un banco vuoto. Un pugno allo stomaco per tutti. Ed è proprio alla scuola che le amministrazioni affacciate su fiume e canali potrebbe chiedere una mano per fare prevenzione. Abdel non si è reso conto del rischio, non immaginava certo che quel tuffo in un pomeriggio di afa sarebbe stata l’ultima scelta della sua vita.
Una ventina gli annegati negli ultimi anni, quasi tutti extracomunitari, nel tratto fra le due province, Brianza e hinterland. "Nonostante il divieto assoluto di balneazione il pericolo è concreto - ricorda Panzeri -. Anche i carabinieri presidiano, ma non possiamo affidarci solo alle forze dell’ordine. Per questo chiediamo a tutti di non fare colpi di testa che possono costare la vita".
Bar.Cal.