ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Fossati Lamperti. Muro crollato: lavori in agosto

I capannoni che ospitavano la prestigiosa filatura avranno un destino industriale di alto livello.

L’area a ridosso della ferrovia è stata teatro negli anni di episodi di vandalismo occupazioni abusive e droga

L’area a ridosso della ferrovia è stata teatro negli anni di episodi di vandalismo occupazioni abusive e droga

Il progetto sulla ex Fossati Lamperti è forse la scommessa più grande del Piano Città. Nell’area dismessa a ridosso della ferrovia, là dove per oltre un secolo batteva il cuore produttivo della Monza tessile, oggi si punta a tornare a produrre e a creare un polo d’eccellenza nella formazione e nella ricerca.

L’area dell’ex filatura, fondata alla fine dell’Ottocento con 700 operai, non è solo un insieme di capannoni fatiscenti, è memoria viva di un’epoca, quando i telai producevano filati per il mondo contadino e, più tardi, pregiate stoffe d’arredo per salotti borghesi. Poi, però, arrivò la crisi. Gli anni Ottanta segnano il declino, il sipario cala nel 1993. Da allora, l’abbandono. Oggi, quegli 84mila metri quadrati sono il simbolo di un passato che chiede riscatto all’insegna dell’innovazione e della formazione avanzata. L’obiettivo è trasformarla in un polo d’eccellenza, capace di ospitare attività industriali di alto livello, ma anche funzioni civili e servizi alla cittadinanza. Con anche un’anima verde, spazi pubblici, percorsi ciclopedonali e aree commerciali, per essere vissuta da tutto il quartiere. Il percorso, però, non è semplice. Il sito, oggi in stato di degrado, è stato teatro negli anni di episodi di vandalismo, occupazioni abusive, consumo di droghe. A renderne complicato il recupero ci sono anche vincoli della Soprintendenza, che impongono un recupero qualitativo degli edifici storici, oltre alla necessità di ingenti (e onerose) bonifiche ambientali. È per questo che, in passato, progetti anche ambiziosi - come quello di una cittadella giudiziaria che unisse Tribunale e Procura, o quello della giunta Scanagatti con il Politecnico di Milano, che prevedeva un polo residenziale e commerciale - sono rimasti lettera morta. Ora, però, qualcosa si muove. A breve si metterà mano a uno degli edifici storici dell’area, pericolante dal 2019 a causa del crollo di un muro. Dopo anni di attese da parte dei residenti del complesso limitrofo, che non possono nemmeno accedere ai loro box auto, partiranno ad agosto i lavori di messa in sicurezza del capannone.

L’intervento, del valore di 252.688 euro, si concluderà entro fine ottobre. Ma il Comune e il Demanio guardano lontano. Si studiano formule di riutilizzo convenzionato dei capannoni, in grado di attrarre investitori e partner pubblici e privati, senza cancellare l’identità del sito. La visione è quella di una rigenerazione urbana vera, strutturale, dove il patrimonio industriale diventi risorsa per la crescita e non fardello del passato.

A.S.