Ilaria Salis esce dal carcere, il padre: “Molto provata, fuori dalla civiltà per 16 mesi”

La maestra e attivista monzese ai domiciliari a Budapest col braccialetto elettronico. Potrà attendere le prossime tappe del processo da un domicilio protetto nella capitale ungherese

Dopo oltre 15 mesi di carcerazione, Ilaria Salis è uscita in mattinata dalla prigione di massima sicurezza di Gyorskocs Utca di Budapest. La donna è stata trasferita al domicilio, protetto, dove sconterà la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa della fine del suo processo. Roberto Salis parlando della figlia ha detto: “Ilaria è molto provata, molto pallida, è stata fuori dalla civiltà per 16 mesi. È molto felice di stare con suo padre e sua madre” ma “la sua situazione è ancora molto difficile visto che rischia 24 anni di carcere”. Sempre oggi l’avvocato Mauro Straini, uno dei legali della 40enne brianzola, ha avuto modo di incontrarla dopo la scarcerazione nella casa dove sta trascorrendo i domiciliari. Il legale ha detto di averla trovata “provata ma determinata e combattiva". 

Le parole del padre

"Per me è stato il giorno più bello della mia vita dopo la nascita dei miei figli. È come un figlio che è nato per la seconda volta, è stata un'emozione fortissima” ha detto Roberto Salis parlando del momento in cui ha visto sua figlia Ilaria arrivare nell'appartamento dove sconterà i domiciliari. Roberto Salis ha spiegato di non aver ricevuto nessuna telefonata dal governo: “probabilmente hanno perso il mio numero...”. Poi ha spiegato: “Ilaria adesso deve riprendere contatti con l'umanità, è isolata da 16 mesi e non ha idea di cosa sia successo attorno a lei”. Ha poi aggiunto che la figlia “ha fatto quello che aveva detto che avrebbe fatto, ha mangiato una pizza”. “Adesso deve reintegrare il suo stato psicofisico, è decisamente provata, per cui deve rimettersi a posto fisicamente e poi entrerà a pieno titolo nella campagna elettorale”, ha concluso. 

La decisione

Il 15 maggio era stato accolto il ricorso presentato dagli avvocati della docente e attivista monzese al tribunale di seconda istanza ungherese. Salis dovrà rimanere in Ungheria, dove si sta svolgendo il processo in cui la candidata alle Europee per l’Alleanza Verdi e Sinistra è imputata con l’accusa di aver partecipato all’aggressione di due militanti neonazisti ungheresi. I domiciliari arrivano dopo oltre un anno di detenzione in condizioni degradanti, nello spregio dei diritti dovuti ai carcerati.

I domiciliari

Alla 39enne attivista monzese sono stati accordati gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, dietro il pagamento di una cauzione di 40.000 euro. Salis ha lasciato il carcere da un'uscita secondaria per evitare telecamere e giornalisti. Per domani è attesa l'udienza del processo, nel corso della quale sono previste le prime testimonianze relative all'episodio che l’ha portata all’arresto.

L'attivista di Monza, maestra elementare di 39 anni, era stata arrestata l'11 febbraio del 2023 con l'accusa di aver aggredito due militanti che stavano partecipando alle manifestazioni del “Giorno dell'onore”, raduno che ogni anno celebra la resistenza dei militari nazisti tedeschi e dei loro alleati ungheresi durante l'assedio di Budapest. Salis è accusata anche di far parte di un'associazione criminale.

I legali 

I legali Mauro Straini ed Eugenio Losco hanno incontrato oggi Ilaria Salis nell'abitazione dov'è ai domiciliari dopo la scarcerazione. Il loro obiettivo è che torni al più presto libera e possa rientrare in Italia "dal momento che non ci sono esigenze cautelari a suo carico". Per questo presenteranno a breve un'istanza di revoca di ogni misura restrittiva.

La parole di Tajani

"Il Governo ha seguito il caso Salis fin dal suo arresto. È stata assistita in tutti i modi possibili. La premier Meloni ed io abbiamo chiesto che venissero rispettate le regole penitenziarie della Ue e che non venisse tradotta in catene. Non guardiamo al colore politico, alla razza, alla religione dei soggetti coinvolti. Il processo penale continuerà con Ilaria Salis ai domiciliari" ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani

L’avvocato ungherese: domiciliari sono enorme successo

Finirà "probabilmente non prima dell'estate del 2025" il processo a carico di Ilaria Salis, secondo la previsione del suo legale ungherese, l'avvocato Gyorgy Magyar, che ha definito “un enorme successo” il passaggio dal carcere alla detenzione domiciliare, possibile “anche grazie ai buoni rapporti tra Italia e Ungheria”. Magyar ha spiegato che l'attivista italiana “non alcun divieto di comunicazione con l'esterno e quindi potrà fare campagna elettorale da remoto” e ritiene che la decisione della Salis di candidarsi per le europee non abbia avuto alcun impatto sul processo.

“Ha una sfumatura anche politica - ha spiegato - ma in fondo è un processo penale come gli altri, con vittime, prove, eccetera. È chiaro che Ilaria è un'antifascista, ma questo non ha alcun peso nel processo”. Sono però “inaccettabili le intromissioni di esponenti politici ungheresi e bisogna respingere questi atteggiamenti mantenendo l'indipendenza del potere giudiziario”, prosegue Magyar che domani sarà in aula a rappresentare la difesa: “Non mi aspetto prove nuove - conclude - non ci sono video di Ilaria a volto scoperto, quindi dovranno provare a dimostrare attraverso le perizie antropometriche che lei si trovava sul luogo delle aggressioni. Il fatto che un altro imputato abbia ammesso le sue responsabilità non aiuta la sua posizione, ma per noi si tratta solo di un incontro occasionale con lui, che non prova in alcun modo la sua appartenenza a un'organizzazione criminale”. 

Ilaria Salis è uscita dal carcere, è ai domiciliari
Ilaria Salis è uscita dal carcere, è ai domiciliari

Il problema sicurezza 

Solo pochi giorni fa il padre di Salis aveva espresso forti preoccupazioni in merito alla sicurezza e all’incolumità della figlia. "Abbiamo dei segnali di problematiche di sicurezza per cui preferiamo che il trasferimento dal carcere non avvenga con grande attenzioni". Aveva detto Roberto Salis dopo la concessione degli arresti domiciliari in Ungheria. "Facciamo un appello alla discrezione da parte dei media, a non presentarsi all'esterno del carcere quando Ilaria uscirà".

La candidatura alle Europee

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Intanto Ilaria Salis sarà capolista di Avs nel Nord Ovest per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Dalla sua cella in Ungheria l’attivista monzese aveva ringraziato con una lettera "le persone che in Italia mi hanno supportato in questi lunghi mesi senza rimanere indifferenti di fronte alla sconvolgente storia di cui sono, mio malgrado, protagonista da più di un anno". "I sorrisi che ho trovato ad accogliermi alle udienze mi hanno scaldato il cuore, mi hanno dato grande forza e soprattutto la consapevolezza di non essere sola – scrive Ilaria Salis –. Sono immensamente grata per tutto quello che si sta facendo per me e soprattutto sono fiera del fatto che un Paese come l’Italia si sia mobilitato per ciò che mi sta accadendo". "Mi avete dato grande forza – prosegue – e soprattutto la consapevolezza di non essere sola in questa storia che purtroppo è ancora ben lontana da un epilogo. Davanti a me mesi, forse anni, ancora in questo buco nero in attesa della conclusione del processo. L’unica certezza, in questo momento, è la richiesta della procura: 11 anni di carcere duro".

Il commento di Bonelli e Fratoianni

"Oggi Ilaria Salis è finalmente uscita dal carcere di Budapest dove si trovava rinchiusa da oltre 15 mesi per raggiungere la casa dove continuerà la detenzione ai domiciliari. Una bella notizia e un primo importante risultato della mobilitazione che si è sviluppata attorno al suo caso grazie alla tenacia e alla determinazione della famiglia e di tutti coloro che invece di stare in silenzio si sono battuti e continueranno a farlo per i diritti di Ilaria e di tutti noi". Lo affermano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra. "Siamo felici e ancora più convinti - proseguono i leader di Avs - della scelta di candidare Ilaria nelle nostre liste che ha dato un ulteriore contributo a questa battaglia per i diritti e la democrazia. Ora però l'impegno di tutti noi non è finito - concludono Fratoianni e Bonelli - dopo questa prima vittoria, così importante per lei e per tutti, vogliamo riportarla in Italia e poi a Bruxelles come Parlamentare europea, perché possa portare avanti il suo impegno sulla tutela dei diritti umani".