Caso Ilaria Salis, il ministro degli Esteri ungherese risponde alla stampa italiana: “La candidatura? Proteggete chi picchia in strada”

Péter Szijjártó ha dichiarato che la 39enne monzese non è un’eroina, ma si era presentata nel Giorno dell’onore a Budapest con l’intento di pestare i militanti

Milano, 10 maggio 2024 – La notizia della candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee di giugno ha portato ogni politico, o quasi, a schierarsi a favore o contro alla scelta di Alleanza Verdi e Sinistra di inserire la 39enne monzese nelle liste.

La scelta della candidatura è stata commentata anche dal ministro degli esteri ungherese, Péter Szijjártó, che dall’inizio della vicenda è stato perentorio e duro nei confronti di Salis: la monzese, secondo Szijjártó, deve rimanere detenuta in Ungheria a causa dell’accusa di aver partecipato al pestaggio di un gruppo di militanti di estrema destra.

Le parole di Péter Szijjártó, ministro degli esteri

Nel corso di un suo intervento al think tank Chatham House, Péter Szijjártó ha dichiarato: "È scioccante per me vedere come la stampa e il mondo politico stia trattando questa vicenda, perché state proteggendo una persona venuta a Budapest con l'intento di picchiare la gente per strada. Davvero proteggiamo questo tipo di persone? Consideriamo davvero questo tipo di persone come eroi? – ha risposto il ministro degli esteri a una domanda della stampa italiana.

Péter Szijjártó, che in un filmato postato su X dal portavoce del governo, Zoltan Kovacs, ha anche citato le ferite riportate dalle persone che sarebbero state aggredite, ha aggiunto, "E noi siamo accusati per il trattamento riservato a questa persona che è venuta con tale crudele intento in Ungheria. Scusateci che la teniamo in carcere. Cosa dovremmo fare con lei? Metterla al centro nella piazza degli eroi e mostrare che questo è il futuro dell'Europa?", ha concluso Szijjártó.

Orban: “Salis non è un’eroina”

Giusto un mese fa il portavoce del governo, Zoltan Kovacs aveva riferito anche la posizione del primo ministro Viktor Orbán: "Ilaria Salis non è un'eroina - scrive Zoltan Kovacs in video su X - lei e i suoi 'compagni' sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica e noi difenderemo la reputazione e l'integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo”.

La decisione di candidarsi

La candidatura era stata confermata il 18 aprile, dopo che nei giorni precedenti si erano susseguite più voci che accreditavano l’ipotesi della candidatura: "Alleanza Verdi e Sinistra in accordo con Roberto Salis ha deciso di candidare sua figlia Ilaria, detenuta in Ungheria, in condizioni che violano gravemente i diritti delle persone, nelle proprie liste alle prossime elezioni europee", dichiarava la nota del partito guidato Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

Il padre, che segue la figlia nei processi e si batte in patria perché torni in Italia, ha dichiarato che la decisione non è una via di fuga dal processo ma un modo per poterlo affrontare nella piena tutela dei suoi diritti.

L’arresto di Ilaria Salis l’11 febbraio 2023

Salis è stata arrestata l11 febbraio 2023 insieme ad alcuni militati antifascisti tedeschi per una serie di aggressioni a danno di alcuni estremisti di destra che, tra il 9 e il 12 febbraio, stavano festeggiando il Giorno dell’onore, una manifestazione in cui ogni anno migliaia di neonazisti celebrano il battaglione nazista che nel 1945 si oppose all’assedio di Budapest da parte dell’Armata Rossa.

La sua detenzione ha sollevato moltissima indignazione a causa delle condizioni molto difficili, definite dalla famiglia e da diversi osservatori internazionali come “disumane”. Nell’udienza del 28 marzo il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria presentata dai legali della 39enne.

Ma cosa succederebbe se venisse effettivamente eletta? La 39enne otterrebbe l’immunità parlamentare, grazie alla quale sarebbe scarcerata. Secondo il regolamento parlamentare infatti i suoi membri godono infatti di immunità, e non possono essere arrestati o sottoposti a restrizioni della loro libertà per tutta la durata del mandato, tranne nel caso in cui vengano fermati in flagranza di reato.