
L’ultimo rogo ha distrutto 3,3 ettari di bosco: si indaga sulle cause. Il direttore Attilio Fiore spiega le strategie e l’importanza dei volontari.
Trenta volontari che hanno lavorato per tre giorni senza sosta, per contenere e spegnere le fiamme. Quasi tre ettari e mezzo di bosco e vegetazione, una superficie pari a oltre quattro campi da calcio e mezzo, completamente bruciati. E una stranezza, "agosto non è un mese di incendi, di solito si registrano da febbraio a maggio. Tecnicamente mi dicono che il suolo del Parco era più compatto del solito e quindi l’acqua non riusciva ad andare in profondità, per questo il rogo è stato così esteso. Adesso che abbiamo completato le operazioni di bonifica dell’area interessata, sono in corso le indagini per accertare la causa dell’incendio", dichiara Attilio Fiore, direttore del Parco delle Groane. Dal primo gennaio è impegnato insieme al presidente Emiliano Campi nella “lotta” per difendere questo polmone verde di ottomila ettari, che si estende nelle province di Milano, Monza Brianza e Como, da roghi e spacciatori. "O almeno ci proviamo", aggiunge. "Sappiamo che dietro il 90% degli incendi c’è la mano dell’uomo e questo richiama tutti sull’attenzione maggiore che bisogna avere quando si frequentano le aree boschive". L’incendio è divampato sabato 16 agosto nell’area tra corso Europa e via XII Strada a Cesate, all’interno del Parco delle Groane, e le operazioni di spegnimento si sono concluse nella serata del 19 agosto. "Quando scatta un allarme viene inviato un sms sul telefonino dei volontari e in pochi minuti sono operative le prime squadre disponibili", spiega il direttore. Complessivamente i volontari del Parco sono 76, dai 18 agli 80 anni, divisi in cinque squadre di cui una cinofila, "alcuni hanno competenze forestali-ambientali, altri si occupano dell’antincendio boschivo". Il rogo della scorsa settimana si è sviluppato in una zona del Parco impraticabile dai mezzi, per questo è stato necessario anche l’intervento dell’elicottero antincendio di Regione Lombardia. "Le operazioni di spegnimento sono state coordinate con i vigili del fuoco del Comando provinciale di Milano e la centrale di Curno, Centro operativo antincendi boschivi per la Lombardia. Noi abbiamo mobilitato 30 volontari coordinati da Marco Monti che conoscono molto bene l’area del rogo - continua Fiore -, è stato un importante risultato per il sistema di prevenzione e contrasto agli incendi boschivi del Parco". Ma c’è un fronte che è sempre “acceso”, quello dei pusher che spacciano nel Parco delle Groane. Cosa si può fare per arginare questa situazione di illegalità? "Sono state individuate insieme alle forze dell’ordine e alla Prefettura 13 punti del bosco e del sottobosco “a rischio”, dove periodicamente tagliamo la vegetazione in modo che siano aree più visibili e quindi meno adatte come luogo di spaccio. Sappiamo che non è risolutivo del problema, ma almeno rendiamo la vita dei pusher più difficile con l’obiettivo di rendere il Parco un’area che i cittadini perbene possono frequentare senza paura".