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La verità sul delitto di Silvana Damato è nel sangue? Analisi col luminol per trovare tracce cancellate

Sopralluogo del Ris nell’appartamento di via Bisnati 7: caccia a eventuali macchie di sangue cancellate. Il telefono era vicino al corpo. Una telecamera ha ripreso la donna la mattina dell’8 agosto: era da sola

Stamattina alle 9.30 inizieranno le analisi del Ris dei carabinieri nell’abitazione di via Bisnati 7 a Bruzzano

Stamattina alle 9.30 inizieranno le analisi del Ris dei carabinieri nell’abitazione di via Bisnati 7 a Bruzzano

MILANO – Un esame decisivo per fare chiarezza sulla tragica fine di Silvana Damato. Un test determinante per comprendere come sia morta l’ex tabaccaia residente a Bruzzano. Stamattina alle 9.30 i carabinieri del Ris entreranno nell’appartamento di via Bisnati 7, lì dov’è stato ritrovato il cadavere diciotto giorni fa. Le tute bianche del Reparto investigazioni scientifiche di Parma passeranno al setaccio le stanze dell’abitazione del sesto piano, provando con il luminol a rintracciare macchie di sangue cancellate dall’eventuale assassino dopo il delitto. Al sopralluogo parteciperà anche l’avvocato Walter Felice, che assiste l’unica figlia della donna.

Un sopralluogo che potrebbe dare un’accelerazione all’indagine per omicidio condotta dai militari della Compagnia Duomo e della stazione Affori, sotto il coordinamento della pm Valentina Mondovì. Un’indagine che al momento non ha dato certezze sulle cause del decesso, in attesa del deposito della relazione autoptica e dell’esito delle analisi istologiche (per individuare la presenza di acqua nei polmoni) e tossicologiche.

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L’allarme è scattato alle 18 dell’8 agosto, quando gli amici di Silvana, che l’aspettavano alla caffetteria Sun Strac del Parco Nord per la quotidiana partita a burraco, hanno chiamato il 112 per segnalare che non riuscivano a mettersi in contatto con lei. I vigili del fuoco l’hanno trovata senza vita nella vasca da bagno, immersa per metà nell’acqua e con il volto rivolto verso l’alto: addosso aveva slip e vestaglia; e lì è stato ritrovato pure il suo cellulare. In casa c’erano diverse borse: bisogna capire quale avesse con sé la sessantanovenne il giorno della morte.

Gli accertamenti del medico legale hanno evidenziato tumefazioni vicino agli occhi, forse provocate da alcuni colpi in faccia, e segni di un fendente al collo, probabilmente sferrato con un coltello o con un oggetto appuntito, che potrebbe aver provocato un’emorragia interna. L’autopsia ha rivelato che nessuna delle ferite sul corpo è stata letale, e di conseguenza non è ancora chiara la causa del decesso. La porta chiusa e senza segni di scasso e il mancato ritrovamento delle chiavi di Silvana hanno subito fatto pensare a un assassino in fuga.

Un assassino che quasi certamente la donna conosceva e a cui avrebbe aperto volontariamente, senza sospettare che potesse farle del male. Stando a quanto risulta, la soluzione del giallo non va cercata nelle immagini registrate dalle telecamere della zona: quella più vicina sta in via Vincenzo da Seregno, ma la distanza dalla palazzina di via Bisnati 7 la rende poco utilizzabile per gli approfondimenti investigativi. Un altro occhio elettronico, quello di un supermercato non lontano dalla casa della donna, ha invece ripreso Silvana la mattina dell’8: era da sola quando è uscita dall’esercizio commerciale.