
La delegazione in visita al carcere di Monza con l’associazione Nessuno Tocchi Caino e la Camera Penale di Monza
Un carcere a “numero chiuso“. Case territoriali di reinserimento sociale. Mettere mano a soluzioni come amnistia e indulto. Queste in sintesi le proposte di legge depositate dopo la visita sabato mattina del Gruppo +Europa di Monza al carcere cittadino organizzata con l’associazione “Nessuno tocchi Caino“ e la Camera Penale di Monza che ha visto anche la partecipazione di alcuni consiglieri comunali e del sindaco di Triuggio, Pietro Cicardi. Visitati in particolare la sezione di Prima Accoglienza, il Reparto di Osservazione Psichiatrica, la sezione Isolamento e la sezione D (monitoraggio sanitario).
"Il carcere di Monza sintetizza molto bene le principali carenze strutturali del sistema penitenziario italiano, nonostante gli eccezionali sforzi di chi ci lavora e un’articolata offerta di attività trattamentali", ha dichiarato Francesco Condò, tesoriere del Gruppo +Europa Monza. Nell’elenco dei problemi: "l’elevato sovraffollamento (735 detenuti a fronte di una capienza di 411); alta incidenza di detenuti con problemi psichiatrici e/o di dipendenza; un caso di suicidio quest’anno, oltre a diversi tentativi di suicidio; carenze di organico del personale di polizia, amministrativo e di mediazione culturale; mancanza di una formazione specifica al personale di polizia per la gestione di detenuti con problemi psichiatrici; strutture vetuste e inadeguate; 13 camere al momento inagibili per infestazione di cimici".
"Tra le altre cose, durante la visita alla sezione D abbiamo riscontrato che alle 13, orario in cui inizia uno dei turni di passeggio, i cortili risultano privi di zone d’ombra. Inoltre, abbiamo assistito in diretta a un improvviso piccolo allagamento nel corridoio, conseguente a perdite d’acqua".
Da.Cr.