
L’enoteca Meregalli fa parte dello storico Gruppo che si occupa di importazione e distribuzione
"Il vino è soggetto a mode. Adesso la tendenza è quella di bere vini più facili, freschi, immediati. Anche con poco alcol". A dirlo è Giuseppe Rinaldi, un professionista che del vino conosce ogni segreto. È il responsabile dell’enoteca Meregalli, che ha 70 anni di storia. Una delle attività del Gruppo Meregalli, leader quanto a importazione e distribuzione di vino in Italia e Francia, ovvero nei due Paesi che primeggiano a livello mondiale, oltre che in Svizzera. Gruppo attivo ormai dal 1856 (nato a Vedano al Lambro, con trasloco a Monza alla fine dell’Ottocento) e sinonimo di qualità.
Molti monzesi vedono l’enoteca nel centro storico, ma è la punta di un gigantesco iceberg cresciuto negli anni grazie alla competenza e alla passione della famiglia Meregalli. "Si è abbassata l’età media del consumatore – racconta Rinaldi –. Un fenomeno degli ultimi 10-15 anni. In passato il cliente medio aveva circa 45 anni. Adesso si avvicinano al vino anche ragazzi giovani. Sì, con l’età cambiano anche le preferenze: gli adulti continuano a preferire vini di corpo e strutturati, i ragazzi vogliono vini più facili da bere. Una cosa mette tutti d’accordo: la bollicina. Questa è trasversale e viene apprezzata da qualsiasi persona". Da Rinaldi scopriamo anche le scelte diverse del cliente in base all’occasione: "Per un consumo casalingo – ci spiega – i senior non rinunciano a un Sassella, a un Valpolicella, oppure Pinot nero e Lagrein. I giovani, con meno capacità di portafoglio, sanno che con 15-20 euro si possono concedere un bel Ripasso, un Nebbiolo, o anche divertirsi con i vini di Bolgheri. Il consumo casalingo dà ampio spazio alla curiosità, anche perché negli anni è aumentata la conoscenza del vino o, almeno, la passione: si acquistano vini non soltanto italiani. Si va molto sull’Europa in generale, ma si spazia fino alla Nuova Zelanda, al Sudafrica e agli Stati Uniti. Devo dire che nel vino i brianzoli non fanno prevalere il campanilismo. Se ci spostiamo nel settore dei regali, invece, vincono facilmente i grandi classici che garantiscono una bella figura anche di fronte a chi non è un esperto: Amarone della Valpolicella, Barolo, Brunello di Montalcino, Sforzato della Valtellina".
Valtellina protagonista anche per chi vuole andare sul sicuro. "Con la Franciacorta – afferma Rinaldi – per i brianzoli è sempre un buon riferimento, così come la zona del Garda con il Lugana. In crescita nelle vendite l’Oltrepò pavese. Meno quantità anche a tavola? No, i consumi sono invariati. Meno distillati ai ristoranti per timore dei controlli, ma a casa si bevono ancora. La vera novità di questi ultimi anni è un’altra: i brianzoli hanno scoperto il vino rosé. Hanno capito che non è il vino estivo da frigorifero e che, più leggero o più strutturato, si può bere in ogni stagione".
G.G.