
L’uomo era una figura di riferimento in un centro ippico dell’hinterland est
Milano, 18 settembre 2025 – Due ragazzine sono arrivate a ritirarsi dall’attività sportiva. Le “battute”, i palpeggiamenti dei glutei, mascherati dall’intenzione di aiutarle a salire a cavallo, le domande inopportune (“chiedeva di che colore avessimo le mutande”) hanno incrinato irreversibilmente il rapporto tra insegnante e allieve. Tutti elementi emersi dalle indagini che hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’istruttore di equitazione di 62 anni, figura di riferimento di un centro ippico nell’hinterland est di Milano riconosciuto dal Coni e dalla Federazione italiana sport equestri (Fise). Come riportato ieri su queste pagine, l’uomo è a San Vittore dallo scorso venerdì con l’accusa di violenza sessuale aggravata per aver agito ai danni di minori dato che all’epoca dei fatti contestati le presunte vittime avevano tra i 15 e i 17 anni. Comportamenti non nuovi dato che l’istruttore, apprendiamo, in passato era già stato destinatario di sanzioni disciplinari in ambito sportivo per “condotte inadeguate” nei confronti di alcune allieve. Ma “nonostante tale intervento disciplinare della giustizia sportiva, egli ha perseverato nella commissione di fatti della stessa indole; ciò dimostra la presenza di un impulso non governabile da parte dell’indagato”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giulio Fanales su richiesta dell’aggiunto Maria Letizia Mannella e del pm Elisa Calanducci, in cui si evidenzia che nel maneggio i comportamenti erano “reiterati, quotidiani, e dunque parte integrante della loro esperienza (delle minori, ndr)” in quel luogo. Riscontrata “la serialità delle condotte” e il fatto che gli episodi siano distribuiti “in un arco temporale piuttosto esteso, da aprile 2023 a marzo 2025”, quindi “non si è in presenza di una parentesi episodica ma della manifestazione di uno schema comportamentale reiterato e stabile”. Si sottolinea anche la “repentinità” delle violenze, “in modo tale da sorprendere le vittime”.
Tutto è partito dalla testimonianza di una ragazza che ha raccontato ai genitori degli abusi subiti. Quindi la denuncia e poi le indagini della seconda sezione della Squadra Mobile di Milano, che si occupa di violenze sessuali ai danni di minori. I poliziotti guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dalla funzionaria Lucia Vitali hanno poi raccolto le testimonianze di altre tre giovani. La più piccola ha raccontato che a novembre 2023, durante una trasferta per una gara, il maestro l’avrebbe palpeggiata e poi costretta a fare altrettanto. Gara alla quale c’erano anche altre allieve, accompagnate dai genitori. In merito a quell’episodio, in una conversazione telefonica dello scorso giugno il sessantaduenne avrebbe chiesto alla propria moglie di domandare a una delle ragazze “di aiutarlo” dichiarando che lui non fosse presente quel giorno. Ma il suo piano non è andato a buon fine. Anzi, quelle parole gli si sono ritorte contro.