
Due rinvii a giudizio e sette richieste di processo col rito abbreviato per la banda di rom accusata di avere...
Due rinvii a giudizio e sette richieste di processo col rito abbreviato per la banda di rom accusata di avere commesso decine di furti con spaccata in tutta la Lombardia ai danni di aziende di vario genere per poi rivendere la refurtiva. È il bilancio per i 9 imputati, soprattutto originari dell’Est Europa e residenti in campi nomadi milanesi, chiamati all’udienza preliminare davanti alla giudice del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti per rispondere delle accuse di associazione per delinquere e furto aggravato. La banda era stata sgominata dai carabinieri di Monza nel 2020 dopo un lungo inseguimento lungo la tangenziale Nord e Est in cui dal furgone avevano lanciato trapani e altri arnesi. In sei erano stati fermati a ridosso del campo nomadi di via Bonfadini a Milano. In quell’occasione i rom avevano commesso 4 furti in meno di 4 ore tra Cesano, Seveso e Nova Milanese ai danni di aziende di meccanica di precisione e arredamento. Sempre la stessa la tecnica: la banda arrivava a bordo di un furgoncino bianco con targa coperta e utilizzando un muletto o altri mezzi si apriva un varco nel capannone portando via arnesi, attrezzi e computer. Il tempestivo intervento dei carabinieri e della polizia stradale di Arcore aveva permesso di mettere in fuga i membri della banda – padre e due figli e altri tre complici, tutti connazionali – fino alla cattura. Grazie alle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza delle aziende è stato possibile identificare gli altri componenti della banda. Le indagini coordinate dalla pm Sara Mantovani hanno permesso di aggiungere molti altri furti all’elenco commessi, in Brianza ad Agrate, Caponago e Carate, ma anche in provincia di Milano, Bergamo e Varese.
S.T.