STEFANIA TOTARO
Cronaca

Fan Zone della F1 in autodromo. Rischio processo per abusi edilizi

Per la Fan Zone all’autodromo la Procura di Monza vuole il processo sui presunti abusi edilizi che per due volte...

Secondo l’accusa la Fan Zone era stata posizionata su un’area sottoposta a vincoli

Secondo l’accusa la Fan Zone era stata posizionata su un’area sottoposta a vincoli

Per la Fan Zone all’autodromo la Procura di Monza vuole il processo sui presunti abusi edilizi che per due volte avevano rischiato di far saltare, con il sequestro nel settembre 2023, il luna park dei motori per il centenario del Gran premio di F1. A presentare il conto con la giustizia il pm Carlo Cinque, lo stesso che aveva puntato il dito contro il progetto per realizzare a tempi record un campo per il padel delle dimensioni di 40 metri per 30 con struttura prefabbricata in cemento armato appoggiata al terreno e un container di 3 metri per 6 e un’altezza di 2 metri e mezzo.

Secondo la pubblica accusa manufatti posizionati, in concorso tra l’allora legale rappresentante dell’autodromo di Monza Alessandra Zinno e il committente e direttore dei lavori Umberto Andreoletti, "in area sottoposta a vincolo paesaggistico e monumentale all’interno del Parco". Ora sarà a maggio il giudice a decidere se mandare gli imputati a giudizio. Il pm aveva chiesto il sequestro preventivo della Fan Zone ritenendo che "le opere contestate, pur essendo provvisorie" non potevano "rientrare nella normativa della cosiddetta edilizia libera" ed erano state realizzate "in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali", in particolare quella "relativa al Piano territoriale di coordinamento del Parco della Valle del Lambro". Contro il sequestro si era pronunciato per due volte consecutive il gip di Monza Marco Formentin, che non aveva ritenuto la sussistenza del reato penale di contravvenzione edilizia, ma, a differenza di quanto contestato dalla Procura, aveva concordato con l’avvocato difensore della Sias, Attilio Villa, secondo cui la Conferenza dei servizi aveva in zona Cesarini "accertato la compatibilità urbanistica delle opere" e quindi fatto "venire meno il pericolo di pregiudizio al bene giuridico tutelato".

S.T.