Estorsione a Berlusconi, l’olgettina Giovanna Rigato: “La danneggiata sono io”

Ricatto milionario, gli eredi dell’ex premier non rinunciano a essere parti civili ma lei nega tutto

Giovanna Rigato si difende e nega ogni addebito

Giovanna Rigato si difende e nega ogni addebito

Silvio Berlusconi ormai è morto, ma i suoi figli intendono andare fino in fondo. I cinque figli dell’ex premier vogliono la condanna di Giovanna Rigato, una delle ospiti alle cene di Arcore, per la presunta tentata estorsione ai danni del padre. Pier Silvio, Marina, Barbara, Eleonora e Luigi, assistiti dall’avvocato Giorgio Perroni, si sono costituiti infatti parte civile nel processo in corso davanti al Tribunale di Monza decidendo di non ritirare la querela dopo la morte del Cavaliere, come avrebbero potuto fare.

L’ex concorrente del Grande Fratello è accusata di avere chiesto nel 2007 a Berlusconi, in cambio del suo silenzio ai processi a suo carico, una somma prima di 500mila euro, poi addirittura di 1 milione in un incontro a Villa San Martino, scenario delle feste e delle cosiddette “cene eleganti” al centro del procedimento giudiziario da cui il fondatore di Forza Italia è stato assolto. Giovanna Rigato riceveva già una somma fra i due e i tremila di euro al mese che Berlusconi le versava come ad altre ragazze invitate alle serate.

In una delle udienze il geometra Roberto Trombini, immobiliarista che lavorava per Berlusconi, aveva raccontato: "Avevo trovato un appartamento a Rigato, che lo chiedeva urgentemente, in tre giorni, ma era necessario qualche giorno ancora per fare delle verifiche catastali e allora lei, in un incontro ad Arcore, ebbe una reazione scomposta e arrabbiata, fece un gesto con le cinque dita per far capire che le dovevano essere versati dei soldi, penso 500mila euro, e Berlusconi rimase spaventato...". E aveva aggiunto: "Mi venne dettato l’Iban di un conto corrente inglese". Quella di ieri era la terza udienza del processo davanti al collegio presieduto dal giudice Roberta Russo.

Il coinvolgimento di Berlusconi come vittima del presunto reato di estorsione aveva suscitato irritazione da parte della Procura di Monza nel 2022. Berlusconi, che si era costituito parte civile, per due volte non si era infatti presentato davanti ai giudici monzesi. Alla prima udienza la difesa del presidente di Forza Italia aveva giustificato l’assenza con problemi di salute che "ne sconsigliavano l’esposizione in pubblico a momenti di stress". L’allora pm monzese Rosario Ferracane aveva ribattuto piccato che quei problemi non gli impedivano però di recarsi allo stadio a vedere le partite di calcio della sua squadra, il Monza. La seconda volta l’avvocato di Berlusconi, Giorgio Perroni, aveva giustificato l’impossibilità a presentarsi con il suo ruolo di senatore "impegnato a Roma nella settimana decisiva per la formazione del nuovo Governo". Il Tribunale aveva riconvocato allora Berlusconi per l’udienza successiva perché i giudici volevano sentire dalle sue parole in che modo si fosse sentito minacciato dalla richiesta dell’imputata. Ma nel frattempo il Cavaliere, lo scorso 12 giugno, è deceduto. E ieri i giudici dovevano decidere se acquisire la denuncia presentata ai tempi nei confronti di Giovanna Rigato, sempre che gli eredi di Berlusconi intendessero proseguire con la costituzione di parte civile al dibattimento subentrando al padre. Si torna in aula il 17 aprile.

Giovanna Rigato, difesa dall’avvocato Stefano Gerunda e dal collega Corrado Viazzo, ha sempre negato ogni addebito. Anzi, l’ex gieffina, come altre ragazze, ha sempre lamentato pregiudizi di immagine patiti per essere stata coinvolta come olgettina nei processi a carico di Berlusconi.