
Febbraio 1922, primi colpi di pala del circuito: al centro Maria Antonietta Avanzo
Monza – Dimenticatevi le “ombrelline“, le ragazze ingaggiate per proteggere dal sole i piloti o per mostrare i numeri delle auto in gara sulla linea della partenza.
Le 400 delegate che venerdì prossimo si prenderanno la scena all’Autodromo di Monza sono tutte manager e professioniste. E racconteranno che le donne in ogni sport così come nella vita contano quanto gli uomini. Fin dalle origini, anche nel tempio della velocità, come dimostra la storia di Maria Antonietta Avanzo, una delle pioniere e delle più grandi donne pilota.
L’occasione è il convegno ospitato nell’ambito del congresso per il rinnovo delle cariche nazionali del Soroptimist International, l’organizzazione di donne, impegnate in attività professionali e manageriali, che promuove l’avanzamento della condizione femminile, la piena realizzazione delle pari opportunità e i diritti umani. “Maria Antonietta Avanzo è l’unica donna con la pala in mano”, commenta la presidente nazionale del Soroptimist, Adriana Macchi, commentando una foto scattata il 22 febbraio 1922. Ritrae la baronessa fuori dagli schemi dell’epoca al centro del gruppo, circondata dal gotha del mondo dell’automobilismo per il “primo colpo di badile” del cantiere del circuito.
“A Monza chiuderemo il cerchio – spiega Adriana Macchi – visto che nel biennio del mio mandato abbiamo lavorato sul tema “Donne & Sport. In pista per i diritti e la parità”, che sarà anche il titolo del nostro convegno. Abbiamo fatto richiesta all’Autodromo di poter lasciare una traccia del passaggio della “mamma“ del circuito, attraverso l’apposizione di una targa. Vorremmo lasciare un ricordo della Avanzo, un personaggio scomodo e anticonformista, pioniera dell’automobilismo sportivo italiano, ma anche aviatrice, giornalista, scrittrice, donna che ha subito tanti sabotaggi dai colleghi maschi”.
“Sport e donne è uno dei temi che richiedono attenzione: ne abbiamo prova ogni giorno, anche alla luce dei risultati delle nostre atlete. Cito l’ultimo risultato delle atlete azzurre che si sono aggiudicate i mondiali di volley in Thailandia”, spiega Adriana Macchi, ricordando i successi estivi nel basket, dove le donne hanno vinto la medaglia di bronzo agli Europei dopo 30 anni. Ma ci sono anche i successi della tennista Jasmine Paolini, le azzurre del calcio. “Ci sono volute due finali Slam perché fosse nota ai più Jasmine Paolini, lo scorso anno un oro olimpico per consacrare la pallavolo femminile”.
Ancora più difficile scendere dalle eccellenze allo sport di base. Due giorni fa Adriana Macchi è stata a Viterbo, per sostenere la firma in municipio della Carta etica per il superamento dei divari e delle discriminazioni nello sport, elaborata dall’associazione nazionale delle atlete Aps. “L’hanno già firmata 160 Comuni, impegnandosi nelle politiche attive contro le discriminazioni – prosegue la presidente Soroptimist –. Perché non c’è uno sport maschile e uno femminile, bisogna uscire dallo stereotipo per cui le ragazze fanno danza e i ragazzi calcio, perché lo sport è un diritto di tutti. Serve un patto di comunità per sostenere le atlete e mantenere spazi idonei, serve un linguaggio inclusivo, non violento e non discriminante”.
Una questione aperta anche nella rappresentanza, perché “se ancora oggi su 48 federazioni sportive solo due sono guidate da donne, vuol dire che abbiamo un problema”, conclude Adriana Macchi. Aprirà i lavori Zizeth Maroun, presidente Soroptimist Club Monza, poi dati e testimonianze. Tra le ospiti Sarah Cinquini, ultra cycling, testimonial Soroptimist, la ciclista del record dei chilometri percorsi in solitaria. Sarà presente la presidente Mondiale Siew Young Gnanalingam.