
Ha 16 anni, gareggia con il team AKM Motorsport ed è l’unica donna italiana nell’E4 Championship. Madrina del debutto cinematografico di Europa-Park: "A 5 anni il primo kart, ora sogno la Formula 1".
A cinque anni ha guidato il primo kart, oggi è in Formula 4 e ha due sogni grandi: "Arrivare alla Formula 1 ed essere d’ispirazione per altre bambine e ragazze". Ginevra Panzeri ha 16 anni, è originaria di Bergamo, ed è l’unica donna italiana nell’E4 Championship: è nel team AKM Motorsport, guidato da Marco Antonelli, padre del pilota Andrea Kimi. A lei il compito di fare da madrina al film d’animazione Grand Prix, debutto cinematografico di Europa-Park, distribuito da Notorious Pictures e da oggi nelle sale italiane. L’anteprima a Leolandia: il parco a tema che l’ha vista crescere (da bambina aveva inaugurato l’area dedicata a Masha e Orso) e testare i motori nel parcheggio (nei giorni di chiusura), oggi è al suo fianco come sponsor ufficiale.
Prima scintilla: quando è nata la passione per i motori? "Ci sono nata, mi scorre nelle vene: mamma ricorda che quando ero piccola avevo dato più di un segnale, mi giravo ad ogni “rombo“ e a due anni piangevo per uscire dal seggiolino ed essere messa al volante. In casa nessuno era appassionato di motori. A 5 anni ho guidato il primo kart, a 7 anni il quad e poi man mano tutti i motori, su strada e d’acqua".
La svolta? "A un evento mi hanno fatto provare a guidare una Porsche. Ho capito che potevo fare qualcosa di più, la mia passione poteva diventare più “professionale“. Un pilota mi disse: “Sei portata“. Così ho iniziato guidando le mitjet, per allenarmi. E sono arrivata alla mia prima Formula, nel team AKM Motorsport, con Marco Antonelli: mi sono innamorata della monoposto, e anche da lui ho avuto un feedback positivo. Abbiamo cominciato insieme un percorso più specifico".
Questo desiderio di mettere le mani sul volante ha condizionato le scelte scolastiche? "Io frequento il liceo delle Scienze umane, opzione economico- sociale. Quest’anno frequenterò a distanza, da studente-atleta, perché è complicato gestire la routine per gli allenamenti, però lo studio per me è fondamentale: voglio arrivare al traguardo, prendermi una laurea, magari in Psicologia, aprire in futuro un nido o un’academy per donne pilota, perché no".
In un mondo ancora al maschile, le piacerebbe essere d’ispirazione per altre ragazze? "Esatto! Nell’E4 Championship siamo in tre e io sono l’unica italiana. Rispetto a qualche anno fa stiamo facendo progressi, ma serve ancora molto. Certo, è un ambiente molto competitivo e dobbiamo come sempre dimostrare di più e allenarci anche il doppio dei piloti, ma ce la faremo. Ne sono convinta".
Anche il film “Grand Prix“, che ha tenuto a battesimo, sfata stereotipi a catena. "E mi sono rispecchiata molto: nel personaggio di Edda ho rivisto un pezzetto della mia vita. E a Leolandia ho incontrato tante bambine che mi hanno fatto il terzo grado, ho letto nei loro occhi tanto interesse".
Sogno del cassetto? "Arrivare in Formula 1 come Lella Lombardi, il mio modello insieme ad Ayrton Senna. Questo è il sogno grande. Per arrivarci ne ho altri: arrivare in Formula 1 Academy, per esempio. È molto difficile, ci sono ragazze che vanno veramente forte e i sedili sono pochi: bisogna faticare, avere costanza, essere sempre sul pezzo e allenarsi fisicamente, mentalmente, nei riflessi".
A casa fanno il tifo per lei? "Ho il “Ginevra Fan Club“, dice mamma. Mi appoggiano sempre".
Prossime tappe? "Questo weekend al Mugello. E l’ultima tappa dell’Europeo sarà a Monza, dal 24 al 26 ottobre".