DARIO CRIPPA
Cronaca

Ferdinando e Graziano muoiono a pochi giorni di distanza, ma il loro ultimo gesto cambia la vita a quattro persone

Giussano, deceduti a distanza di poco più di una settimana l’uno dall’altro, erano noti per l’altruismo e la bontà. Il primo appassionato di canarini e tesserato Aido, il secondo volontario di Croce Rossa e protezione civile

Graziano RIgamonti e Felice Trezzi

Graziano RIgamonti e Felice Trezzi

GIUSSANO – Morti nel giro di poco più di una settimana nello stesso paese, anche se in due frazioni diverse. Pochi chilometri di distanza, potrebbero non essersi mai incrociati eppure si sono ritrovate a condividere un gesto di grande generosità. In 4 torneranno a vedere con li loro occhi.

È l’ultima storia di donazioni di organi o cornee che arriva dal piccolo paese di Giussano, eccezionale concentrato di generosità anche grazie al lavoro della sezione locale dell’Aido, l’Associazione italiana donatori organi. Il primo degli ultimi due donatori porta il nome di Felice Trezzi, anche se tutti lo chiamavano Ferdinando.

Nato a Giussano, ha 84 anni quando muore per gli esiti infausti da un’infezione intestinale. Risiedeva a Paina, e lascia la moglie Cesarina, la sua amata “Cesi“, con cui aveva appena festeggiato 58 anni di matrimonio, ma anche una sorella, tre figli e quattro nipoti. Aveva sempre lavorato con i fratelli nella falegnameria di famiglia. Allegro, spiritoso, sempre di buon umore. Conosciuto come persona schietta e sincera, educazione dei figli un po’ all’antica, non era solito elargire complimenti ma, in pubblico li difendeva energicamente. E aveva due hobby, apparentemente in contraddizione: a una grande passione nell’età giovanile per la caccia era succeduto l’amore per i canarini di cui possedeva diverse specie e che aveva accudito personalmente fino a qualche giorno prima del ricovero in ospedale. Per la sua proverbiale generosità si era iscritto Aido e aveva dato il suo assenso alla donazione degli organi anche al rinnovo della carta d’identità.

Così, automaticamente, i sanitari dell’ospedale Sant’Anna di Como, dove è deceduto, hanno provveduto al prelievo delle cornee di Felice perché altre due persone potessero tornare a vedere. Trascorsi pochi giorni, al principio di luglio anche Graziano Rigamonti, 75 anni, si è trovato a condividere lo stesso percorso. Sempre all’ospedale di Como, dove era stato ricoverato per un aneurisma addominale. Risiedeva a Giussano con la moglie Rita, due figli e 4 nipoti, si era trasferito in paese dalla “sua“ Veduggio quando si era sposato. Aveva sempre lavorato come programmatore software e si spostava sul territorio per installare lettori software di tessere sanitarie. Persona molto competente, anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile aveva continuato a prestare la sua consulenza.

Lasciato definitivamente il lavoro solo qualche anno fa, si era dedicato al volontariato e aveva fatto parte della Croce Bianca e della protezione civile. Amante delle camminate in montagna per andare a funghi e dei motori, in famiglia era famoso per il suo “risotto giallo” che cucinava con particolare cura per i nipoti.

A novembre 2024 aveva accusato alcuni disturbi addominali, perciò si era sottoposto a una visita specialistica presso il San’Anna di Como. Il ricovero è stato immediato per accertamenti per un aneurisma diagnosticato nel corso della visita, ma la situazione già grave si era via via complicata fino al decesso. Dopo 9 mesi trascorsi in ospedale, Graziano è deceduto circondato dall’affetto dei suoi cari.

Due persone, insieme alle loro famiglie, ritrovano la serenità grazie alla donazione delle cornee di Graziano. Donazione proposta dai sanitari dell’ospedale a cui la moglie e i figli hanno subito dato il consenso, conoscendo la generosità di Graziano.

Ora il passaggio alla Banca degli Occhi di Monza, che ha il delicato incarico per preparare le cornee e trapiantarle a persone in attesa di poter tornare a una vita piena.