
La manifestazione di protesta delle operaie della Peg Perego di Arcore
Arcore (Monza e Brianza) – Adesione massiccia allo sciopero e corteo per le vie di Arcore: le operaie della Peg Perego gridano per strada “No ai 90 licenziamenti, sì al dialogo”. La crisi del marchio dei passeggini interrompe la routine di un giovedì qualunque ed entra nell’agenda politica del territorio. I sindacati sono a fianco dei lavoratori, 80% donne, 236 dipendenti in tutto, ma ai tempi d’oro erano il doppio. La concorrenza cinese ha cominciato a erodere un patrimonio consolidato in decenni fino a trascinare l’azienda sull’orlo del baratro.
“Scelte sbagliate alla base della crisi – dicono Gloriana Fontana della Fim-Cisl e Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza –, da anni chiediamo alla direzione di diversificare invece l’unico antidoto che hanno adottato è stato spostare alcune attività proprio in Cina: passeggini leggeri, sacche. Decisioni che oggi vorrebbero far pagare ai dipendenti”. Fino all’annuncio degli esuberi nei giorni scorsi, non ancora formalizzato, la svolta sarà al centro dell’incontro azienda-sindacati fissato per il 9 luglio. In quella sede, probabilmente, la proceduta prenderà il via.
Ma i metalmeccanici corrono per scongiurare la fine di tutto. “Il 30 settembre scadrà la cassa integrazione, la dotazione di ammortizzatori è esaurita – ricordano le sindacaliste – e noi siamo pronte a chiedere di nuovo un incontro alla Regione. Serve un piano industriale sostenuto da investimenti pubblici che punti all’innovazione. Solo così si salvano occupazione a attività”.
Fra i nuovi mercati da esplorare secondo Fim e Fiom “quello degli ‘over’ e dei pet. Oggi la spesa per gli animali domestici è esplosa, è un settore importante”. Opportunità che potrebbero essere sostenute dalle istituzioni. Ci sono da recuperare perdite importanti, quasi un quarto di fatturato nel 2023 sceso a 55 milioni e le ultime in ordine di tempo “causate dai dazi americani: - 15% nei primi cinque mesi del 2025”. “La situazione è drammatica – sottolineano Fontana e Geppert -. Qui, il personale ha più di 40 anni, c’è chi è in servizio dal 1996. L’obiettivo è conservare quel che c’è, rilanciando”. Sono lontani in tempi degli affari con il vento in poppa, l’inverno demografico e la globalizzazione hanno cambiato le regole “e bisogna sapersi adattare”, insistono al picchetto.