
La scoperta della maxi frode dell’azienda monzese è tra i risultati più eclatanti della Guardia di Finanza
Monza, 26 giugno 2025 – Un’azienda monzese leader nel mercato delle e-bike che avrebbe evaso tra il 2019 e il 2022 il pagamento di dazi per quasi 10 milioni attraverso l’importazione di parti di biciclette elettriche prodotte in Cina.
Una maxi frode interrotta lo scorso luglio dai finanzieri del Comando provinciale di Monza e Brianza con la segnalazione alla Procura europea. Uno dei risultati più eclatanti tra i 32 interventi in materia di accise e 4 nel settore doganale eseguiti l’anno scorso dalle Fiamme Gialle brianzole. Secondo le accuse della Procura europea di Milano – ente indipendente dell’Unione Europea che ha il compito di indagare, perseguire e giudicare i reati contro gli interessi finanziari all’interno dei Paesi membri – l’azienda con sede a Monza era campionessa nell’eludere le misure adottate per contrastare il dumping, una pratica commerciale sleale in cui un’impresa vende i suoi prodotti a un prezzo inferiore nel mercato estero rispetto a quanto li vende nel proprio mercato nazionale. Una pratica che può danneggiare i produttori del Paese importatore, portando l’Unione Europea (e altri Paesi) a introdurre dazi anti-dumping per compensare la differenza di prezzo e proteggere le industrie nazionali.
I dirigenti dell’attività economica, secondo gli accertamenti fiscali condotti dai finanzieri, dopo il nuovo regolamento anti-dumping dell’Unione Europea del 2019, avrebbero importato biciclette elettriche cinesi complete ma non assemblate, bensì in componenti, attraverso spedizioni separate. In questo modo avrebbero evaso i dazi e l’Iva.
L’indagine di Eppo (la Procura Europea) è stata avviata proprio grazie alla loro segnalazione e l’ha portata a presentare una richiesta di sequestro di 5 milioni nei confronti della società indagata, cifra che corrisponde all’importo dei dazi doganali e dell’Iva che si ritiene non siano stati pagati dal 30 luglio 2020, data, specificano dal Comando provinciale “in cui la responsabilità delle società per tali reati è stata introdotta nella legislazione italiana”. Lo scorso 8 luglio il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano ha accolto la richiesta della Procura Europea ed emesso il provvedimento di sequestro.