FEDERICA PACELLA
Economia

Agriturismi, è fine del boom in Lombardia: numeri, mappa e motivi del declino

Libero un posto su quattro nel Bresciano, nel Milanese pesa l’effetto affitti brevi. Nelle valli la richiesta ai Comuni di curare di più i sentieri. Bergamo, pienone solo nei weekend. “Il calo del potere d’acquisto si fa sentire. Difficile replicare il periodo che seguì il Covid”

Agriturismi in crisi in Lombardia: i numeri e i motivi

Agriturismi in crisi in Lombardia: i numeri e i motivi

Milano – Congiuntura economica, incertezza, il meteo e le sue bizze: così la stagione 2025 degli agriturismi stenta a decollare. I conti si faranno alla fine ma, dopo la crescita post-Covid, ora qualcosa inizia a scricchiolare. In Lombardia sono 913 le strutture agrituristiche (67mila le strutture ricettive in totale) con 15mila posti letto. La maggior parte, 223, si trovano nel Bresciano. Proprio da qui arriva l’allarme: giugno è stato sotto le aspettative, a luglio il tasso medio di occupazione è stato del 60%. Secondo il vicepresidente di Confagricoltura Brescia, Gianluigi Vimercati, titolare di un agriturismo a Ome, la ricettività dà lievi segnali di rallentamento. «Percepiamo tutti – spiega Vimercati – che non c’è stabilità, a livello generale ed economico, generando così incertezze e insicurezze sull’annata. E le nostre strutture, che sono di nicchia, sono le prime a risentirne. L’apprezzamento per quanto offriamo c’è ancora tutto, ma qualche segnale legato all’incertezza e al meteo lo sentiamo. Il lavoro c’è, ma non è entusiasmante». Servirebbe anche più collaborazione dai Comuni nella manutenzione di sentieri, segnaletica, piste ciclabili e luoghi attrattivi. «È la struttura singola che accoglie, ma se intorno non c’è il territorio che recepisce, diventa difficile fare turismo esperienziale: abbiamo bisogno che il territorio ci segua – conclude Vimercati –. Chi viene in agriturismo o fa enoturismo, chi percorre i cammini o usa le e-bike, porta un indotto significativo».

Conferme arrivano anche dalla Bergamasca, dove festività e weekend registrano il tutto esaurito, mentre nel corso della settimana qualche stanza vuota resta. «Rispetto agli ultimi tre anni – spiega Giovanni Ruggeri, presidente sezione agriturismi di Confagricoltura Bergamo, titolare di una struttura a Zogno – sulla settimana qualcosa si perde. Abbiamo vissuto un periodo dopo il Covid forse difficile da replicare. Ora il potere d’acquisto degli stipendi è stato eroso dall’inflazione. Poi c’è anche la maggiore offerta ricettiva trainata dalle case vacanza dei privati». Tra Milano e Lodi le strutture agrituristiche con posti letto sono una sessantina. «Per ora si è lavorato abbastanza bene – commenta Chiara Dufour, presidente della federazione prodotto agriturismo di Milano, Lodi e Monza Brianza, con un agriturismo a Cisliano – la sensazione è che non siamo in grande crescita. Le esigenze dei clienti sono alte, ma noi lavoriamo a costi contenuti». I turisti, italiani e stranieri, sono una clientela molto presente, mentre il rallentamento dell’edilizia ha portato meno maestranze nelle stanze degli agriturismi; anche i costi dei trasporti hanno costretto molte scuole a rinunciare alla giornata didattica in agriturismo. «La cura delle infrastrutture? Non è determinante per riempire gli agriturismi, ma è vero che manca: è più facile che si facciano ciclabili nuove, con i fondi del Pnrr, che ci sia manutenzione di quelle esistenti».