Monza, l’amministratore comunale lucchetta il cancello di 118 box: cos’è successo nel quartiere San Giuseppe?

L’area garage in via Goldoni 23/B è sprovvista del certificato prevenzione incendi, obbligatorio per legge e questo documento ha portato a una causa legale tra amministrazione condominiale e proprietari

Un cancello lucchettato (Foto d'archivio)

Un cancello lucchettato (Foto d'archivio)

Monza, 16 aprile 2024 – Tutto è iniziato quando l’amministratore comunale ha scoperto che i boz di via Goldoni 23/B erano sprovvisti del Certificato prevenzione incendi, un documento richiesto dalla legge per i garage condominiali con più di nove posti auto. Il certificato obbligatorio ha una triplice finalità: contrastare l’eventuale innesco e propagazione di un incendio, rendere più sicuri gli ambienti in caso di conflagrazione e più agevoli le operazioni di evacuazione.

Ma per ottenere la certificazione sono necessari lavori strutturali per l’ammontare di almeno 180mila euro: da qui nascono i problemi: "Attualmente è in corso una causa per stabilire la ripartizione delle spese – spiega l’amministratore condominiale Antonio Vasicuro –. La maggior parte dei proprietari dei box non vuole accollarsi le spese. In realtà abbiamo i millesimi per poter deliberare, tra i 600 e i 700, ma non le teste, che pure sono necessarie per poter procedere, quindi la situazione è bloccata”.

È stato lo stesso amministratore ad arrivare alla scelta di lucchettare stamattina il cancello di ingresso ai 118 box a Monza, in via Goldoni 23/B (nel quartiere San Giuseppe). Un lucchettone, con tanto di saldatura operata dal fabbro, deciso in accordo con l’avvocato – è in corso una causa legale – per non permettere più l’agibilità dei box per via del fatto che siano attualmente.

Un numero astronomico se si pensa alla difficoltà di trovare un parcheggio in città. Il motivo è dei più curiosi (anche se non inusuale): una bega tra proprietari dei box, condòmini e amministratore condominiale.

Il mancato accordo tra i proprietari e i condòmini

“Il motivo – continua l’amministratore – è che i proprietari dei box vorrebbero dividere la spesa 50 e 50 con i condòmini dello stabile. Io ritengo la richiesta assurda perché l’area box non fa parte dello stabile. È comunicante, ma è a sé. Al massimo al condominio si potrebbe chiedere di partecipare alle spesa per il 10/15%, non di più. Tuttavia, anche pagando ognuno interamente la propria quota, stiamo parlando di circa 1400 euro a testa”. Dato il mancato accordo tra le parti l’amministratore ha deciso di procedere con una causa giudiziaria. “Ora attendiamo la sentenza del giudice prevista per febbraio 2025 – chiarisce –. Nel frattempo però devo per sicurezza impedire l’uso dei box. Succedesse mai un incendio nel fabbricato, oltre ai possibili danni che ne conseguirebbero, con rischi oggettivi per le persone, io ne avrei responsabilità penale, perché avere la certificazione è obbligatorio. Non si possono correre rischi del genere”. Se con la chiusura del cancello si riducono i pericoli d'incendio in struttura, si rischia però un clima ancor più "incendiario" fuori. “Io ho già mandato 156 diffide a proprietari e comproprietari dei box, e loro hanno diffidato me dal chiudere il cancello, perché lo ritengono un danno. Per me arrivati a questo punto è stata l'unica decisione possibile”, conclude deciso.